Alberto Sordi e Federico Fellini, bastano solo i due nomi e già le menti vagano, perse in quella nuvola intrisa di nostalgia e ricordi molto piacevoli. Di un’epoca andata ma anche di professionisti e persone irripetibili. Cinematograficamente la collaborazione tra i due è decisamente limitata rispetto al legame d’amicizia longevo e inesorabile che c’è stato per tutta la durata della loro simil vita. Già, perché tra la nascita dell’uno (Fellini) e dell’altro (Sordi) intervallavano solo sei mesi. Era il lontano 1920, l’anno che diede alla luce questi due artisti.
“Lo sceicco bianco” e “I vitelloni” furono le uniche collaborazioni tra i due che si conobbero a cavallo della Seconda guerra mondiale. Le grandi porte si aprirono dalla seconda metà degli anni cinquanta ma prima i due ebbero una vita non facile. Fu lo stesso Sordi a rivelarlo in una intervista del tempo nella sua totale e genuina spontaneità, quando l’attore non era ancora l’attore che conosciamo oggi.
Già, perché il buon Sordi ai tempi non era ben visto. Usanze diverse, modi di pensare e agire differenti e “noi” come società non potevamo ancora concepire bene il suo personaggio. In realtà nella sua follia e stravaganza era semplicemente un visionario, l’apripista a un cinema che avrebbe compiuto quel grande passo di successo che la storia ci ha poi raccontato.
“Fellini diceva che sarebbe diventato un grande regista. Però è anche un grande bugiardo”
“Facevamo lunghe passeggiate sul lungotevere” ricordava Sordi nell’intervista, i due sognavano, parlavano e ambivano perché “sognare non costa nulla”. Entrambi non avevano soldi ma, nonostante la povertà e un futuro che non riusciva a sbloccarsi, i sogni sarebbero poi diventati incredibili previsioni.
“Albè ti assicuro che un giorno diventerò un grande regista, forse il più grande del mondo”, furono queste le parole di Fellini a Sordi durante quelle lunghe passeggiate di sera.
Fellini “era gracilino, non si reggeva quasi in piedi” ma “poi lui conobbe il suo angelo Giulietta”. Così disse Sordi parlando dell’incontro che cambiò la vita a Fellini in quale poi “iniziò a mangiare e a ingrassare”. Il riferimento è a Giulietta Masina, che sarebbe poi diventata la moglie di Fellini.
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Sordi in più interviste parlava delle menzogne di Fellini. “Un grande bugiardo, dice un sacco di bugie” ma al contempo “un grande, una brava persona”. Un pensiero che non ha mai abbandonato l’artista il quale ne ha sempre parlato col sorriso, come fossero bugie innocenti di una mente brillante. “L’ha detto Fellini? Allora chi ce crede”.
In realtà era cosa nota che Fellini era un menzognere. Ne parlò anche Paolo Villaggio che disse “come tutti i grandi raccontatori è un immenso ballista”. Lo stesso Fellini ammise di essere “un gran bugiardo” come testimoniato dal documentario del 2002 di Damian Pettigrew basato sulle ultime confessioni del regista.
Il documentario “Fellini: sono un gran bugiardo” è disponibile sul catalogo di Amazon Prime Video.