Oggi è il giorno di Supersex, la serie sulla vita di Rocco Siffredi: su Netflix, finalmente, potremo apprezzare la nuova interpretazione di Alessandro Borghi

Distribuita finalmente la serie Netflix “Supersex”, con protagonista Alessandro Borghi nei panni di Rocco Siffredi: l’attore è stato intervistato a margine della novità di oggi per lo streaming, svelando alcuni aneddoti inediti della sua vita, come il periodo da cameriere o da addetto alle pulizie dei cantieri. Tutti aspetti che ne continuano a risaltare l’umiltà, talento probabilmente vivo soprattutto grazie al fatto di aver vissuto più facce della medaglia della vita: il bianco e il nero. Il risultato finale lo conosciamo già, Borghi è uno degli attori più apprezzati ad oggi e con Supersex si è spinto ulteriormente oltre.

Ne ha parlato a Vanity Fair, prima, e a Repubblica oggi, ma c’è stato soprattutto spazio per la novità, rappresentata dalla serie tanto attesa, annunciata come “in lavorazione” da un paio d’anni e, finalmente, a disposizione dei clienti del colosso di streaming statunitense. Borghi si è detto “contento del risultato”. Nello show che apprezzerete da oggi, mercoledì 6 marzo, noterete prima Saul Nanni nei panni del giovane Rocco che, crescendo, diventerà Borhi. La serie si è presa l’arduo compito di raccontare la vita del porno attore, sin da quando aveva dieci anni e vieva con la famiglia a Ortona.

Le tragedie di Rocco Siffredi: la morte del fratello e della mamma

Una vita condizionata subito dalle tragedie: il fratello Claudio morto a 12 anni dopo una crisi epilettica (Rocco ne aveva 6, ma per lui furono abbastanza per capire bene il dolore patito dalla sofferenza della mancanza improvvisa) e la perdita della madre (nel 1991), eventi che lo hanno segnato nel profondo. Oltre a ciò, ci sono i drammi che accompagneranno Rocco per tutta la vita, cosa di cui non ha mai fatto mistero lui stesso, in prima persona. L’ossessione per il sesso, le dipendenze di cui ha parlato anche quando fu naufrago all’Isola dei Famosi, abbandonata proprio per questo motivo.

Rocco ha anche un fratello maggiore, Tommaso: “È stato lì che ho iniziato a chiedere dove si faceva il porno”. Contesto: il fratello riuscì ad aprire un ristorante a Parigi e Rocco decise di raggiungerlo perché la sua Ortona gli stava ormai stretta. Quindi, “mio fratello si incazzava, non voleva che disturbassi i clienti. Io la prima volta questa domanda l’ho fatta a lui a 13 anni, poi a 16, poi a Parigi”.

Siffredi aveva già capito tutto del suo futuro. Riuscì a farsi strada prima nei club per scambisti, come gli fu consigliato, ma l’ingresso era complicato. “Ho cercato una donna che mi accompagnasse, perché facevano entrare solo coppie. Quando sono arrivato al 106, che era il locale di Denise, un’ex pornostar anni ’70 che aveva aperto questo club di scambisti”. Fu la prima volta che si interfacciò con il mondo del porno. Gli dissero che era questa la strada da intraprendere per addentrarsi in quello stile di vita, per avvicinarsi alla professione vera e propria.

L’intervista di Alessandro

Tuttavia, da oggi il protagonista è anche Borghi, che si è immedesimato nel porno attore con il solito talento unico e con la solita manicalità immersiva per dare il meglio di sé nell’interpretazione. Capacità che ormai non ci coglie più di sorpresa, non è più una novità: “Interpretare qualcuno per me vale sempre la pena – ha detto Borghi -, anche se è una persona che avrei potuto o dovuto giudicare. Rocco l’ho conosciuto e gli voglio bene, ti lancia le sue emozioni”. Nell’intervista a Repubblica, ha definito l’Italia un “Paese fondamentalmente bigotto”, dove “la libertà sessuale” rappresenta ancora oggi “un tema scomodo”. La serie non è solo sesso, ci mancherebbe altro. C’è molto di più, a cominciare dalla sofferenza di Rocco, un ragazzo incompreso e spesso emarginato anche dai suoi affetti. Il “bigottismo” è presente in tutto lo show e lo ha fatto presente anche la moglie del pornoattore, quando ha raccontato gli aneddoti spiacevoli che le capitavano nel periodo in cui viveva in Italia.

Supersex “parla di famiglia, amore, politica. Ha una valenza sociale importante, rispetto alla figura dell’uomo e della donna e rispetto al porno, in una società che finge di rifiutarlo e poi se ne nutre da anni”. Borghi si è immedesimato nell’animo umano del porno attore, sa farlo, perché viene da un passato umile e ha conosciuto la vita da più punti di vista, non ci sono solo i successi. Anzi, prima di raggiungerli, ha confidato di essere stato un cameriere, ma anche un sorvegliante o un normale addetto alla pulizia dei cantieri.

“È stata incredibile la quantità di persone con cui ho avuto la fortuna di avere a che fare quando portavo le bistecche al tavolo, facevo il sorvegliante o pulivo i cantieri. Sono sempre stato affascinato dagli altri, da storie sempre più interessanti della mia, che era normale nella sua bellezza: un padre e una madre affettuosi, amorevoli. Quindi mi tuffavo nelle esistenze e nelle famiglie diverse: sono attratto da chi sembra sbagliato, ai margini, difficile”.

Il successo, però, ne ha “fatti fuori” tanti, cosa che a lui non è mai capitata per un chiaro motivo, che lo aiuta a tenere i piedi ben saldi a terra: la famiglia, il figlio.

“Sono bravo a stare con i piedi per terra. So da dove vengo e cosa voglio essere. Ho vissuto per molto tempo nella paura di guardarmi allo specchio e scoprire di essere diventato una cosa diversa. Ho tanti esempi di chi si è perso. Non ho mai avuto a che fare con la droga, forse perché non volevo perdere il controllo di me stesso…”.

Continua a leggere su Chronist.it