Sul set di “The Expandebles”, Dolph Lundgren e Sylvester Stallone sfiorarono lo scontro fisico per via di alcune divergenze: “Lui è un italiano pazzo, l’ho capito”
È ancora Rocky vs Drago: ma stavolta i protagonisti sono gli interpreti veri e dunque siamo al duello Dolph Lundgren contro Sylvester Stallone. Non è ironia, ma tutta verità. Rocky IV era già alle spalle e da parecchio tempo. I due si sono ritrovati sul set di “The Expandebles”, film del 2010 diretto da Sly. Furono riprese complicate perché Lundgren aveva forse dimenticato cosa volesse dire farsi dirigere da Stallone. Ai tempi di Rocky, era ancora un silente ragazzone svedese, ex pugile, pronto a dilettarsi nel mondo del cinema hollywoodiano. Dunque, sicuramente tollerava di più i comportamenti del collega che tanto lo aveva voluto per quel film.
Passati quasi trent’anni, Lundgren di strada ne aveva fatta. Quello era un film corale quindi il set era bello carico di presenze di spicco. Di recente lo svedese ha voluto ricordare il rapporto da “famiglia vera e propria” che si è ormai instaurato con l’uomo che comunque lo ha introdotto nello showbiz. Ma, proprio come una vera famiglia, si alternano “bei momenti insieme, ma anche brutti”. I ricordi meno carini, se vogliamo usare un eufemismo, risalgono proprio alle riprese di The Expandebles. “Lui era molto aggressivo con me – ricorda Dolph – è arrivato quasi ad urlarmi davanti a tutto il gruppo di lavoro”.
Stallone era insopportabile, arrivava “a ripetere quasi venti volte una scena che dovevamo girare”. Ma, al di là della nota puntigliosità del regista, Lundgren soffriva l’atteggiamento del collega, che accompagnava la regia con frasi del tipo: “Mia nonna farebbe meglio questa scena, che ca**o stai combinando?”. Era diventata una situazione esasperante e Dolph lo ricorda molto bene: “Sai – dice – sentirselo dire praticamente davanti a tutti, compresa la stampa presente sul set quel giorno, non è affatto bello”.
“Le persone sul set percepivano vibrazioni negative”
Lundgren è il cosiddetto “grosso ma buono”, ma si sa: meglio non svegliare il can che dorme. Dolph si stava destando e molto bruscamente. “Abbiamo fatto la pausa pranzo – quel giorno (ndr) – e ricordo che ero quasi in lacrime”. Ve lo immaginate un omone come lui in lacrime? “Mi sentivo male, chiamai mia moglie e di fatto le dissi: ‘Se dice ancora una parola gli tiro un pugno e rovino l’intero film. Lo colpisco e me ne vado'”. L’aria era tesa, si percepiva: lo capivano anche le persone presenti sul set che “non ci fossero vibrazioni positive”.
Stallone probabilmente comprese di aver esagerato e forse intuì che di lì a poco si sarebbe potuta mettere molto male. Dunque, una volta tornati sul set, avvicinò lui stesso il collega. “Mi dispiace per come mi sono comportato – gli disse – facciamo solo un altro ciak e andiamo avanti”. Insomma: alla fine Lundgren comprese e non agì d’impulso fortunatamente. Tuttavia, l’attore ha ricordato che non si è trattato dell’ultimo episodio scontroso con Stallone e probabilmente ce ne saranno altri in futuro, ma osserva anche di aver imparato a convivere con il carattere dell’amico. “Lui è un italiano pazzo – ha concluso – Credo lui sappia che l’ho sempre rispettato e che gli voglio bene, credo sia questo il motivo per cui siamo ancora amici