A molti il nome di Helmut Berger dice poco o nulla. Eppure è stata una star internazionale capace di catturare l’attenzione dell’opinione pubblica per il suo indiscutibile talento, la sua bellezza e per uno stile di vita molto discusso. La stampa britannica lo definì “il più bello del mondo” ma Helmut Berger è soprattutto un attore nato a Bad Ischl in Austria il 29 maggio del 1944. La sua era una famiglia di albergatori benestanti tant’è che frequentò un collegio importante in un’altra città austriaca. Ancora adolescente decise di lavorare per un po’ di tempo nel settore alberghiero e della ristorazione salvo poi trasferirsi a Londra appena diciottenne per dare sfogo alla sua passione per la recitazione. In questo contesto venne notato per il suo fisico e iniziò a lavorare come modello. Non ancora soddisfatto del percorso effettuato decisi di lasciare l’Inghilterra e di venire a vivere in Italia frequentando dei corsi di teatro presso l’Università per stranieri di Perugia. Terminati i corsi si trasferì a Roma per lavorare inizialmente come modello e poi come assistente cinematografico.
L’incontro con Luchino Visconti
L’anno 1964 cambierà per sempre la vita e la carriera di Helmut Berger. Il giovane austriaco, infatti, durante le riprese del film Vaghe stelle dell’Orsa fece la conoscenza del regista Luchino Visconti. Un incontro che cambiò per sempre anche la vita privata dell’austriaco con l’inizio di una relazione che terminerà soltanto nel giorno della morte del regista milanese. Sarà proprio Visconti a dare la prima importante opportunità di mettere in mostra le sue capacità di attore proponendogli il ruolo di protagonista dell’episodio La strega bruciata viva nel film Le streghe uscito al cinema nel 1967. L’anno successivo venne preso in considerazione anche dal regista Antonio Leonviola per il film I giovani tigri. Diventa personaggio sempre più in vista e si moltiplicano le partecipazioni in pellicole di un certo riscontro come La caduta degli Dei (1969), Il dio chiamato Dorian (1970), Il giardino dei Finzi Contini (1970), Una farfalla con le ali insanguinate (1971), Ludwig (1973), Così bello così corrotto così conteso (1973), Mercoledì delle ceneri (1973), Gruppo di famiglia in un interno (1974), Una romantica donna inglese (1975), Salon Kitty (1976) e Mia moglie è una strega (1980).
La scomparsa di Luchino Visconti
Nel 1976 muore il regista Luchino Visconti e per Helmut Berger è un momento di profonda di tristezza che peraltro comportò un periodo di depressione. Il loro era un legame forte come del resto dimostrarono le dichiarazioni di Berger che ammise di “essere divenuto vedovo a soli 32 anni”. Queste difficoltà accompagnate anche ad una vita sregolata gli imposero lunghi momenti di pausa cinematografica che inevitabilmente influenzeranno l’ascesa della sua carriera. Nei primi anni Ottanta decise quindi di volgere il proprio sguardo soprattutto al piccolo schermo riuscendo ad entrare in importanti progetti come la partecipazione alla terza stagione della fortunata serie americana Dynasty. Verso la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta ebbe modo di ritornare in auge grazie alla partecipazione al terzo capitolo della saga Il Padrino di Francis Ford Coppola e soprattutto al controverso video musicale Erotica al fianco di Madonna. Ci sono stati negli ultimi anni dei lavori importanti come la partecipazione ai film Il violinista del diavolo (2013) e Saint Laurent (2014). La sua vita privata è stata attraversata da diversi periodi di difficoltà e altri di grande felicità. Non ha fatto mai mistero della sua bisessualità come del resto dimostra il matrimonio celebrato a Roma con la scrittrice Francesca Guidato peraltro caratterizzato, secondo le cronache dell’epoca, da tensioni a causa dei problemi come l’alcolismo e scenate di gelosia miste a tradimento. Ha avuto problemi di natura economica per via delle tante spese fatte durante la sua vita e delle mancanze delle produzioni cinematografiche italiane che, a suo dire, non avrebbero versato i contributi previsti tant’è che oggi in Italia gli viene riconosciuta una pensione di soli 200 euro al mese.