Se credete che Pierfrancesco Favino, uno degli attori italiani più in risalto, sia una delle tante star che spendono e spandono, siete completamente fuori rotta: la villa, a lui, non interessa affatto. “Non mi realizzo disperdendo denaro”.

Queste parole le ha dette a margine dell’uscita del suo nuovo film, “L’ultima notte di Amore”, di cui è protagonista, nei panni di Franco Amore, assistente capo della polizia. L’uomo, dopo 35 anni di servizio e la pensione alle porte, riceve una proposta di cinquemila euro per un passaggio in macchina. Davvero molti soldi per uno sforzo non così impegnativo.

Sull’onda della sinossi del film, l’attore ha rilasciato un’intervista a “L’Espresso”, parlando, anche, del periodo difficile che ha vissuto prima di diventare uno degli attori più amati, rispettati e apprezzati. “Io ho campato con poco per molto tempo”, dice al giornalista che gli chiede cosa prova a interpretare “una persona che fatica ad arrivare alla fine del mese.

Pierfrancesco Favino: “Fino al 2015 non ho guadagnato tantissimo”

“Ho fatto mille mestieri per pagarmi l’affitto – prosegue Favino – e non parliamo di un’era fa. Faccio questo mestiere dal 1992, fino al 2015 non sono stato pagato grandi cifre”. Non che se la sia passata male, ma, per sua stessa ammissione, sono “solo” otto anni che guadagna cifre sicuramente più sostenute.

“Conosco il valore del denaro – aggiunge – sono uno che va a fare la spesa, alla posta, porta le figlie a scuola. Non disperdo il denaro, non ho bisogno della villa, del cuoco, del lusso sfrenato, non mi realizzo in quella dimensione”.

Tuttavia, non è necessario vivere qualcosa per poterla riproporre al grande pubblico. O almeno, per lui, non è così necessario essendo un grande professionista: “Detto questo, alla base del mio mestiere ci sono comprensione ed empatia indispensabili per abbracciare le potenzialità di chi interpreto. Senza giudizi e con tutta l’apertura mentale che posso. Se domani voglio interpretare un elefante e credere di essere un elefante lo divento: mostrare al pubblico ciò che non riesce a vedere, e a volte immaginare, è la funzione di un attore”.

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