Quando si pensa a Carlo Verdone, vengono in mente per forza di cose anche tutte le sue partner. La sua vita privata si è più volte intrecciata con la sua carriera artistica o in qualche modo ha foraggiato l’immaginario del suo cinema, ma qui vogliamo analizzare le donne che sono state sempre protagoniste dei suoi film. Anche quelle che lo sono state in modo marginale. Perché se c’è una cosa che possiamo affermare di Carlo, è che lui le donne le ama. E le omaggia, sempre, con pregi e difetti, senza mai idealizzarle, ma anzi mettendone in luce proprio le caratteristiche umane che le rendono tutte così adorabili.
Moltissime persone dividono in due la carriera di Carlo Verdone: la parte con i suoi film più “vecchi” e quella con le nuove pellicole. Molti trovano che si ripeta, che non sia quello di un tempo. E chi lo è? Rispondiamo noi. E poi, quei tipi così caratteristici da imitare ormai non ci sono più… lui direbbe che prima la vita si viveva in strada e non dietro un dispositivo elettronico – anche se prima o poi ci piacerebbe vederlo interpretare anche questa realtà.
Per una nostra comodità fisseremo un film spartiacque: Sono pazzo di Iris Blond. E più avanti spiegheremo il perché.
Le donne di Carlo prima di Iris Blond
Partiamo dai primi due film, da Un sacco bello e Bianco, Rosso e Verdone. Le donne qui sono comprimarie, accanto ad alcuni personaggi. Ma come si fa a non amarle? Anche in questi ruoli “secondari”, sono tutte entrate nell’immaginario collettivo da Isabella De Bernardi che interpretava Fiorenza, alla mitica Irina Sanpiter con la sua Magda che non ce la fa più… passando per Marisol, bellissima, insopportabilmente capricciosa e adorabile Veronica Miriel.
Arriva Borotalco e la prima “vera” attrice protagonista. Eleonora Giorgi, capace di tratteggiare il primo personaggio a tutto tondo del suo cinema. Una personalità spumeggiante, ma sempre frutto di quel popolo bisognoso di riscatto, di unità che vogliono distinguersi dalla massa, senza poi riuscirci troppo. Da lì in poi, sono tante, tantissime le attrici nei film di Verdone.
Natasha Hovey è praticamente inscindibile dal suo ruolo in Acqua e Sapone. Il primo omaggio con occhio ammaliato che Carlo fa a una donna. Con la macchina da presa che la ama, che la accompagna nei movimenti, che la accarezza delicatamente come il bocciolo che è. Qui come pure in Compagni di scuola, dove le donne sono di gran lunga più realizzate rispetto ai loro ex compagni uomini. Seguono molte altre, da Asia Argento, mai così bella e potente come in Perdiamoci di vista, e Francesca Neri in Al lupo al lupo. E soprattutto Ornella Muti, un’attrice che certo non aveva bisogno di Verdone per lanciare una carriera già avviata con i migliori autori del nostro cinema, ma che ci ha lavorato ben due volte, in Stasera a casa di Alice e in Io e mia sorella. Intensa, bella, unica.
Film dopo film, molte attrici passano sotto la lente della macchina da presa di Carlo: da Regina Orioli a Laura Morante a Stefania Rocca… Ma sono due quelle che lasciano davvero il segno nel suo cinema: Margherita Buy e Claudia Gerini. La prima che ne è la perfetta controparte in Maledetto il giorno che ti ho incontrato, la seconda che rappresenta la fan numero uno che gli fa eco al femminile con la sua Jessica in Viaggi di nozze (nel quale c’era anche una inedita Veronica Pivetti che interpretava Fosca, esasperazione della donna succube). Per Carlo, entrambe rappresentano la sensualità personificata. Basta vedere come le inquadra e cosa lascia trasparire dalla sua regia, più che mai emotiva ed emozionata. La Buy tornerà in Ma che colpa abbiamo noi, a purificare la vita e la carriera di un autore che in quel momento era forse un po’ perso; la Gerini sarà la protagonista di Sono pazzo di Iris Blond, il film che è un vero e proprio atto di amore nei confronti di lei. Con la macchina da presa che di nuovo accarezza il suo volto, il suo corpo, che ne esalta la bellezza e le potenzialità espressive.
Come nel film, i due si lasceranno dopo che lei sarà schizzata come un missile verso il successo a cui era destinata, per carattere, per talento, per impegno. E le donne di Carlo non avranno più lo stesso potente ruolo nei film.
Dopo Iris Blond: la ricerca di un amore
Dopo questo film così atipico per ciò a cui ci aveva abituati Carlo Verdone, in cui le sue doti registiche e il suo linguaggio da autore prendono il sopravvento sui personaggi e i tipi che il grande pubblico amava, l’artista romano va alla ricerca. Sempre vagando alla ricerca. Di cosa? Di un volto da accarezzare alla stessa maniera e che ancora non trova. Di una donna di cui innamorarsi davvero, lui e la sua macchina da presa. Che ci sia amore o meno nella vita di Carlo non vogliamo saperlo: non è il gossip a interessarci ora. Ma la ricerca di un’attrice che sappia interpretare il suo modo di essere uomo e regista non si è fermata.
Il rapporto con Claudia Gerini si è tramutato in amicizia e i due sono tornati a lavorare insieme, naturalmente. Ma quelle carezze con la macchina da presa, quegli atti d’amore virtuali sono spariti. Un tentativo interessante lo riscontriamo in Benedetta Follia, con la bellissima Ilenia Pastorelli alle prese con un ruolo cucito su misura per lei, dopo Lo chiamavano Jeeg Robot. Ma qui l’occhio amorevole è un altro, è diverso, protettivo come quello di un fratello maggiore, uno di cui ti puoi davvero fidare. Chissà se ci sarà un’altra attrice in grado di… far girare la macchina da presa a Carlo.
La sora Lella: come lei nessuna mai
Non poteva mancare la scoperta femminile più importante di Carlo Verdone: la mitica, la magnifica Sora Lella. Perché se la mamma è sempre la mamma, cosa dobbiamo dire della nonna? Lei è stata come una vera nonna per Carlo, custode di quella romanità un po’ burbera e piena di saggezza popolare. E lo è stata anche per tutti noi.
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