Le scene memorabili di un film le riconosciamo quasi immediatamente sebbene, si sa, in certi casi il parere è sempre piuttosto soggettivo. A volte ci basta anche già solo un frame per rievocare emozioni, immagini, ricordi. Probabilmente la seguente lista non sarà condivisa da tutti ma è innegabile che queste siano tra le scene più celebri della filmografia internazionale.
Ecco 5 scene di film tra le più memorabili
Psycho, 1960 – La scena della doccia
La scena della doccia nel giallo-thriller di Psycho di Alfred Hitchcock, uscito nel 1960, è conosciutissima in tutto il mondo ed è ovviamente la più famosa del film. La sequenza è quella più studiata e impegnativa del set sebbene duri solo 45 secondi. Furono infatti necessari 7 giorni di riprese con ben 78 posizioni di telecamere e 52 tagli di montaggio. Per realizzare la scena il registra si servì dell’aiuto regista Hilton Green e dello script supervisore, Marshall Schlom. Il grafico Sual Bass si occupò di comporre lo storyboard della scena.
Dopo il successo del film quest’ultimo portò avanti una battaglia per rivendicare i diritti della sequenza. Negli anni in molti negarono il coinvolgimento del grafico, compreso lo stesso Hitchcock che si difese nel 1977 dicendo di aver dovuto rigirare le scene affidate a Bass. Bernard Hermann musicò la scena con gli archi stridenti che richiamano quasi a delle grida umane. Il sangue che esce copioso dal corpo della donna in realtà era cioccolato fuso. La scena in questione è la preferita del regista che a posteriori aveva ammesso di aver scelto di realizzare il film proprio per questa sequenza.
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Colazione da Tiffany, 1961 – La scena del party
Il personaggio interpretato da Audrey Hepburn è uno di quelli rimasti impressi nella memoria collettiva, nonché il più riprodotto in assoluto. E negli abiti, e nell’abbigliamento. Tra le scene memorabili del film evidenziamo quella in cui fuma il bocchino durante il party. L’immagine in questione è anche la locandina della pellicola.
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Arancia meccanica, 1971 – L’incipit di Alex al bar
Memorabile l’inizio del film di Stanley Kubrick con l’incipit di Alex: “Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova Milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata…“. La telecamera si avvicina lentamente per inquadrare il sadico sguardo di Alex, interpretato da Malcom McDowell, mentre rientrano nell’inquadratura tavoli, sedie e manichini che esaltano le forme femminili, luogo in cui il protagonista e i suoi “drughi” si recano abitualmente.
A rapire la scena è però soprattutto lo sguardo di sfida di Alex e i suoi occhi truccati. Su questa scena si sono ispirati molti film. La pellicola è stata fonte di ispirazione per molti lavori al cinema, per la tv, nella musica e persino nel calcio, quando la nazionale olandese fu soprannominata proprio “Arancia meccanica“.
Blade Runner, 1982 – “…ho visto cose che voi umani…“
Il monologo finale del replicante Roy Batty in Blade Runner è uno dei più memorabili momenti del cinema. La frase d’apertura, “ho visto cose che voi umani…“, è piuttosto ricorrente e ormai d’uso nel linguaggio comune. Il film, diretto da Ridley Scott, si ispira al romanzo “Il cacciatore di androidi” di Philip K. Dick. Il finale del film, con il monologo di Roy, fa porre allo spettatore la domanda esistenziale sempre valida: un essere non naturale è in grado di insegnare il valore della vita agli uomini?
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Shining, 1980 – Jack Torrance, Jack Nicholson, che sfonda la porta del bagno dove è nascosta sua moglie
Il film è un cult dell’horror diretto da Stanley Kubrick e tratto dal romanzo di Stephen King. Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson, va a vivere con la sua famiglia in un Hotel del Colorado dopo aver accettato un lavoro come guardiano della struttura alberghiera. Le forze maligne di Jack lo influenzano fin quando, munito di ascia, non arriva ad abbattere la porta del bagno che lo separa dalla moglie. A rendere popolare la scena è soprattutto la celebre frase “Wendy sono a casa!“. In originale Jack Nicholson dice, in maniera del tutto improvvisata, “Here’s Johnny“.
L’American Film Institute nel 2005 stilò una classifica che collocava la citazione di Nicholson al 68esimo posto tra le cento migliori citazioni cinematografiche di sempre. Nel documentario girato dalla figlia di Kubrick, Vivian, si nota Jack mentre si prepara per la scena senza interagire con l’attrice che interpreta Wendy, Shelley Duvall. L’attore appare irrequieto, saltando e correndo sul posto mentre urla: “Vieni!” e “ascia assassina!“. Nello stesso filmato l’attore brandisce l’ascia contro un letto. In origine il regista aveva fatto costruire una porta finta che però Nicholson aveva distrutto troppo velocemente.