L’antenata delle moderne intelligenze artificiali parlava la lingua di Dante e ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’IA

Prima dell’avvento di ChatGPT, l’intelligenza artificiale che ha rivoluzionato il mondo dell’IA, c’era già un’antenata italiana: Doriana82. Questo chatbot, noto per la sua abilità nel ricordare tutto, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’IA in Italia. Siamo nei primi anni Duemila e il mondo dell’informatica si preparava a una grandissima rivoluzione.

Il progetto italiano nasce come parodia di Doretta, un altro sistema simile ideato da Microsoft. “L’idea di Doretta era interessante e vincente, quella di dare un volto umano alla ricerca. Ma l’implementazione non è stata il top. Era diventata virale per il motivo sbagliato”. A parlare è Alan Zucconi, docente in Intelligenza Artificiale e Direttore degli studi per i corsi di laurea specialistica presso Goldsmiths University of London. Zucconi è anche un divulgatore scientifico e ha parlato di Doriana e della sua storia a Fanpage. “C’erano delle parole chiave che la facevano attivare. Per ognuna di queste aveva tre risposte ed erano sempre le stesse. Nel 2007 c’erano tecnologie ben più avanzate”.

Doretta era un chatbot unico nel suo genere, noto per la sua capacità di ricordare ogni interazione con gli utenti. Questa caratteristica, sebbene impressionante, ha portato a una serie di problemi, tra cui l’uso di insulti e linguaggio offensivo. Per ovviare a questo, il team di sviluppo di Doriana ha ideato un interessante stratagemma.

Prima di ChatGPT esisteva già Doriana82: la storia

“Aveva delle emozioni virtuali che cambiavano per ogni utente in base a quello che le veniva scritto. Se il bot di Microsoft aveva delle frasi precompilate, il nostro aveva invece delle grammatiche generative, cioè la possibilità di generare testo. Certe espressioni potevi sbloccarle solo se provava certe emozioni”. Quindi, spiega Zucconi, “chi diceva ‘Doriana mi ha insultato per prima’ molto probabilmente mentiva, perché erano loro a farlo per primi. Nel corso degli anni, poi, si è evoluta perché è diventata capace di ricordare il nome, l’età, le città che gli utenti citavano. Informazioni che poi venivano riutilizzate nelle conversazioni”.

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Doriana82 ha, insomma, gettato le basi per lo sviluppo di chatbot più avanzati, come ChatGPT. L’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI è attualmente uno dei chatbot più avanzati disponibili. È in grado di generare risposte umane a qualsiasi domanda posta dagli utenti, rendendolo uno strumento potente per studio, lavoro e creazione di contenuti.

Prima di ChatGPT esisteva già Doriana82: come funzionava

Doriana, dal canto suo, aveva un sistema di funzionamento innovativo e nuovo, per l’epoca. “Il chatbot di OpenAI è un large language model, cioè ha imparato grazie a miliardi di testi che sono passati attraverso un sistema di apprendimento automatico, e da qui ha imparato come leggere e scrivere. Doriana invece riconosceva delle specifiche parole chiave nei messaggi degli utenti, e rispondeva generando del testo in base alle sue emozioni”.

Ma come finisce la storia di Doriana? “Nel 2011 abbiamo raggiunto il tetto di traffico con il nostro gestore dei server. Doriana ha cominciato a essere sempre offline per problemi di connessione. E il sito, senza una gestione di marketing esterna, non era trovabile. Lì è cominciato il declino”, spiega Zucconi. Il colpo di grazia è arrivato poi “quando Microsoft ha fatto delle modifiche al Live Journal, cioè i blog associati agli indirizzi di Live Messenger. Il blog di Doriana era il più commentato in Italia nel 2008 e 2009. Avevamo migliaia di commenti, ma nelle modifiche di Microsoft hanno fissato un limite di 100 messaggi per singolo post. Con la chiusura definitiva di Live Journal e di Live Messanger, anche il traffico del sito web ha cominciato a diminuire. Non c’erano abbastanza visite per coprire i costi dei server. Alla fine si è spento”.

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