Nell’ultima intervista, Rocco Siffredi trova il grande coraggio di affrontare discorsi sulla sua persona prima che sul personaggio: “Sono stato con trans, uomini e donne”

Per chi se lo stesse chiedendo, di filtri nella vita di Rocco Siffredi non ce ne sono mai stati: “Sono stato con trans e uomini”. Lo vediamo anche nella serie Supersex, questo rientra perfettamente nel suo ruolo di pornoattore, ma cozza anche con quello di padre e marito. Per quanto tutto questo possa sembrare assurdo per la nostra cultura. Sarà questo il motivo della depressione? “Sono sempre stato depresso”.

Un motivo in realtà ben più complesso per identificarne uno specifico a cui dare la colpa. Perché il giudizio porta poi all’esclusione, e già ce ne sarebbero due grandi ‘così’ di motivi dietro alla sua sofferenza, tristezza. Rocco si è sentito escluso da una “società retrograda”, che condanna e giudica senza riuscire a mettersi nei suoi panni. Per un certo periodo si è autoescluso dalla sua famiglia, che per quanto antica e caratterizzata da una mentalità cosiddetta “da paese”, è sempre riuscita a trovare un punto d’incontro pacifico con il Tano più famoso di Ortona.

Nella serie è meraviglioso il momento in cui scherza con la mamma sul letto in fin di vita: la donna conservava le riviste hard del figlio nel suo cassetto. In merito all’aspetto della sofferenza e dell’esclusione, che apprezziamo nella meravigliosa interpretazione di Borghi, si capisce ora perché Rocco nelle sue apparizioni pubbliche sia molto più serio di quanto si pensi. E che ci tenga molto alla sua immagine, che porta orgogliosamente in camera e a petto in fuori, pronto alla “guerra” dialettica con chiunque voglia sminuire il suo vissuto.

Alessandro Borghi gli ha dato una grossa mano per poter abbassare un po’ la guardia e lasciarsi andare. Sono anni che Rocco mantiene un grandissimo profilo e una grande dignità, lo fa ad ogni apparizione pubblica: parallelamente, con il suo inconfondibile stile, sa stare al gioco ed entrare in temi ben più spinti se messo a proprio agio. Lui è fatto così, non lo apprezza solo chi non lo vuol capire.

Rocco e il sesso coniugale dopo il porno: “È migliorato, se mi lascia per un altro morirei”

“Io e mia moglie siamo molto uniti, non siamo una famiglia fake ma una famiglia vera. Se mia moglie dovesse improvvisamente guardarmi con occhi diversi e decidere di non amarmi più per un altro uomo, penso che morirei, sono 30 anni che stiamo insieme”.

Sono solo le ultime parole rilasciate all’Adnkronos, ma chi ben conosce Siffredi sa che queste non sono delle novità. Ora che Supersex ha (ri)acceso i riflettori sulla sua vita, per la prima volta osservata dal punto di vista umano prima che da quello del personaggio, emerge la grande curiosità attorno al lato privato di Rocco e Rozsa Tassi. Genitori di due figli, oltretutto: Lorenzo e Leonardo.

“Da quando ho abbandonato il set il sesso con Rózsa è molto più bello. Mi dice sempre: ‘Rocco come sei diverso da quando hai smesso di recitare’. Stare tutto il giorno su un set di un film porno, tornare a casa e fare il marito era mentalmente molto difficile. Non è facile per una donna aspettare a casa un marito che fa il pornoattore, mia moglie è stata davvero unica”.

Donna di sani principi, che da sola e con le sue uniche forze ha dovuto guardare al futuro con visionaria intuizione e prevedere anzitempo l’apertura mentale di un mondo, quello di oggi, che comunque ancora fa “a botte” con pregiudizi e preconcetti. Per farlo, ha saputo andare contro i principi tradizionalisti di una società che suggerisce l’opposto del loro stile di vita. Invece, si può essere persone sane pur facendo parte del mondo del porno, non parliamo di alieni. Pensate la fatica di aver capito tutto questo da sola, non solo senza alcuna sensibilizzazione della società stessa, ma con il dito puntato contro.

Anche se i passi da fare su questo e altri temi (anche più incombenti) sembrano ancora lontani “anni luce”, tuttavia, oggi, è molto più semplice di ieri e l’uscita di Supersex, con relativo grande successo mediatico, ne sono la riprova. Riguardo la chiusura con il porno, sono anni che Rocco dice di voler smettere e altrettante volte ha ricominciato. L’ultima ben nota è stata all’Isola dei Famosi, dove non si vergognò di mostrarsi con le sue debolezze: abbandonò l’Honduras per tornare sul set, una decisione che prese davanti alle telecamere.

Sia ben chiaro, come detto: una delle tante. “Ogni volta che lo dico ricomincio, dopo la terza volta ho deciso che quando smetterò, non lo annuncerò in anticipo”, raccontava sei anni fa a La Zanzara, dall’amico Giuseppe Cruciani di Radio 24. Oggi, a 59 anni, Rocco può dare ancora tanto dopo il porno:

“Inizierò a girare un film drammatico diretto dall’attore Davide Cincis e ispirato alla sua vita. Ho incontrato Davide per la prima volta sul set del film di Massimo Boldi ‘Matrimonio a Parigi’ dove era assistente alla regia e lui mi ha contattato dopo aver visto la mia intervista alla trasmissione ‘Belve’ dicendomi: ‘Dentro di te hai un dolore talmente forte che sei l’unico attore che mi viene in mente che possa interpretare quello che ho in mente’. Inizieremo a girare il film in autunno tra l’Abruzzo e Budapest. Credo che la drammaticità sia una cosa che fa parte della mia vita, non mi vedo nella veste di attore comico, io al massimo sono ironico ma mai comico”.

Il rapporto con Moana Pozzi: “Non l’ho mai vista come una pornostar”

In Supersex, Moana Pozzi è interpretata dalla meravigliosa Gaia Messerklinger, anche questo aspetto è stato attenzionato agli spettatori: tra lei e Rocco c’era un rapporto molto più profondo di quello che suggeriva il set. Rocco era l’unico che aveva davvero capito che a lei non piacesse particolarmente il sesso. Era davvero “solo lavoro”:

“Era una donna fortissima e di gran classe, ma non l’ho mai vista come una pornostar. Aveva la malinconia di una ragazza triste dentro, io ero infelice per la perdita di mia madre mentre lei nascondeva un altro segreto”.

I tormenti di Rocco, in realtà, sono stati molti di più nel corso della sua vita, idem quelli di Moana. La collega scomparve il 14 settembre del 1994. Ancora oggi, Rocco rimarca il fatto che fuori dal set non vi fosse intesa sessuale tra i due: era solo recitazione.

“Non ci siamo mai presi sessualmente. So che sembrerà strano ma la vedevo come una sorella, passavamo molto tempo a parlare e a confidarsi”.

Il ritiro dal mondo del porno

Possiamo fidarci? Sarà vero stavolta? “Non ho più il fisic du role, mi vedo vecchio. A 55 anni ho deciso di smettere di recitare perché è iniziata una crisi mia, vedevo queste ragazzine di 18- 20 anni che volevano lavorare con me ma mi sono sentito inadeguato”. Sono passati quattro anni, da quando ha preso la decisione. La dipendenza dal sesso per Rocco è una delle croci che lo hanno segnato e che, ancora oggi, vengono accolte con ironia.

“Più che altro ho imparato a controllarmi. Non sono mai andato da uno psicologo, ne sono uscito grazie a mia moglie che è stata talmente intelligente da non farsi prendere dall’emozione e che un giorno mi ha detto semplicemente: ‘Rocco tu hai bisogno di aiuto'”.

“Sono stato con trans, uomini e donne. Io fortunato a non prendere l’Hiv”

L’attore riesce a quantificare la durata della dipendenza, almeno a suo parere: “È durata ben 15 anni”. In cosa consisteva la sua ossessione in particolar modo?

“Appena vedevo una donna, ma anche un uomo o una persona transessuale non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male. Penso sempre che qualcuno mi ha protetto da lassù, sarei potuto morire di Hiv tanti anni ma quando soffri di dipendenza non c’è malattia che tenga”.

La depressione di Rocco Siffredi

Il mondo del porno per lui ha rappresentato un po’ il cosiddetto bivio tra “croce e delizia”: le difficoltà che manifestava al rientro in casa, quando il suo sguardo incrociava quello della moglie, avevano rappresentato la sua “salvezza” sul set in altri tempi. “Il porno è stata la mia salvezza, non la mia dannazione, perché mi ha aiutato ad uscire dalla depressione”. Quindi la rivelazione all’Adnkronos:

“Io sono sempre depresso, basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione, ma non ho mai usato farmaci perché mi sono sempre detto che dovevo imparare a superare qualsiasi ostacolo da solo attraverso le mie forze. Ricordo che da giovane mi allenavo tantissimo in palestra, facevo sforzi fisici enormi al di sopra delle mie possibilità ed era per questo che sul set le mie scene duravano così a lungo. Sono anni che non faccio sogni belli. Se dovessi scrivere gli incubi che faccio diventerei il regista horror più famoso al mondo”.

Nella serie, la lente d’ingrandimento ha approfondito sull’aspetto familiare di Rocco. Il rapporto “molto particolare” raccontato nello show di Netflix è reale.

“Mamma e papà sono morti e con Tommaso – il fratello maggiore interpretato maestosamente da Adriano Giannini (ndr) – ormai non ci parliamo più da dieci anni. Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo il mio unico sogno era quello di aiutarla ad uscire dalla miseria. Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo”.

Continua a leggere su Chronist.it