Nell’intervista a Domenica In, Alessandra Mussolini ha promosso il suo nuovo libro e ha approfondito alcuni inediti aneddoti familiari: “Mara, tu sapevi e non mi hai detto niente”

La famiglia di Alessandra Mussolini è spesso stata oggetto di curiosità, che ogni tanto la nipote del Duce stuzzica a suon di aneddoti. “A La Volta Buona”, da Caterina Balivo, parlando del padre Romano:

“Lui chiudeva gli occhi in questo corridoio di casa, ci cercava e quando riusciva a prenderci ridevamo tanto, c’era un contatto fisico. La costante della mia vita e di mia sorella Elisabetta, che io ho vissuto peggio, è stata l’assenza di mio padre. La quotidianità, non vedere il padre che si mette il pigiama e va a letto”.

Raccontò queste cose non senza nascondere la sofferenza per l’assenza del genitore, artista, dedito alla musica e un po’ anche alle belle donne, motivo di discussioni familiari in casa. Lei comunque lo amava e dell’amore veniva ricambiata:

“Non l’abbiamo vissuto, sono stata bene sola con mia madre, ma è stata dura; ci arrivavano le cartoline e vedevamo una vita che non vivevamo. La mia domanda era: ‘Ma ci vorrà bene?’. Certo che ce ne voleva, ma io l’ho vissuta male… Se me l’ha mai detto? Sì, però era anche un po’ distratto”.

La famiglia

Rachele e Benito Mussolini con i primi quattro figli: Edda, Bruno, Vittorio e Romano.

Romano era chiaramente il figlio di Benito Mussolini e Rachele Guidi, di professione pianista jazz. La mamma di Alessandra, Maria Scicolone, vero motivo delle lacrime versate nell’ospitata di ieri da Mara Venier a Domenica In, era la figlia di Romilda Villani e Riccardo Scicolone. Quest’ultimo non diede il cognome alla moglie, mentre la coppia aveva già avuto due figlie, una di queste è la famosa Sofia. Quando si indebitò per due milioni di lire, Maria ottenne il cognome di Riccardo: così Scicolone le chiese un prestito pari al denaro da restituire, lo fece attraverso Sofia, che a sua volta pretese il riconoscimento anche della sorella.

Maria Scicolone si legò poi a Romano Mussolini, ma anche a questo punto della sua vita dovette lottare tanto contro il dolore e la sofferenza dei tradimenti subiti dal papà di Alessandra. Erano la causa dei tanti litigi.

“Frequentavo durante le vacanze Villa Carpegna ma la mia infanzia e in generale la mia vita le ho trascorse col ramo Scicolone, non col ramo Mussolini. Mio padre non lo nominava mai – ha raccontato al Corriere della Sera –. Per lui esisteva la musica, era un artista, viveva come gli artisti. Un piacione, tanti viaggi, tante donne, pochi soldi. I miei genitori litigavano per i tradimenti di papà. Nonna li beccava e li riferiva perfidamente a mia mamma. Mamma se la prendeva con papà. Papà faceva quello che fanno gli uomini di solito: negava, negava, negava”.

In questi giorni è stato distribuito “Il gioco del buio”, l’ultimo libro della scrittrice, dove vi sono racconti inediti che in parte vi abbiamo già mostrato. A Domenica In, Mara Venier si è soffermata sul rapporto con Maria Scicolone, la mamma:

“Adoravo mia nonna. Lei ha costruito tanto nella sua vita ma ha sacrificato una figlia, ovvero mia mamma Maria e io dovevo raccontarlo. Questo libro è come se fosse un lungo post, io dovevo condividere le mie emozioni con le persone. Mia nonna per me è stata una figura straordinaria, anche se ha fatto soffrire mia mamma. Io, però, l’ho saputo solo dopo che mio papà è morto. Mia mamma mi ha chiamato dicendomi che doveva sfogarsi, lei non ha mai detto niente per preservare il rapporto mio e di mia sorella con nostra nonna. Secondo me, mamma ha fatto bene perché non ha voluto rovinare un legame. È incredibile quello che ha fatto. Di tutti i tradimenti di cui parlo nel libro, penso che quello più vero sia stato il tradimento di nonna a mamma. Mia nonna non ha avuto niente nella vita, non ha avuto una favola in cui credere e forse l’infelicità l’ha portata a fare queste cose”.

Con tono amichevole, sorridendo, ha poi puntato il dito su Mara Venier: “Tu sapevi tutto e non mi hai mai detto niente. Tu e mamma vi frequentavate certo, quindi, lei ti raccontava tutto”. L’incontro tra i genitori avvenne “quando mamma aveva 19 anni”. La descrive come “una ragazza molto chiusa, tutta famiglia e casa. I miei genitori si sono conosciuti al mare. È stata nonna ad avvicinarsi a lui per presentargli la figlia”. Poi, la parentesi dei tradimenti:

“Quante gliene ha fatte mio papà a mamma guarda… L’ha fatta soffrire tanto. Ad esempio, lei era scura di capelli ma papà la tradiva con qualche bionda, allora lei ha deciso di tingersi e ha detto “Almeno mi confondo”. Ha preferito tradire se stessa e tenere unita la famiglia, sarebbe stato troppo facile distruggere e sfaldare tutto. Mamma e papà litigavano tanto, da bambina mi ricordo che i momenti sereni erano quelli tra una litigata e l’altra. Mia mamma è sempre stata una donna molto forte, fu lei a chiedere il divorzio a papà perché non ce la faceva più”.

Sul Duce

Come già raccontato al Corriere della Sera, il lato della famiglia del papà Romano non aveva molta familiarità con Alessandra Mussolini.

“Frequentavo durante le vacanze Villa Carpegna, ma la mia infanzia e in generale la mia vita le ho trascorse col ramo Scicolone, non col ramo Mussolini. Mio padre non lo nominava mai”.

Effettivamente, non esistono particolari interviste in cui Alessandra si sia espressa molto sul nonno. Al contrario, la figlia del Duce, Edda, ha sempre definito il papà come un uomo “abbastanza tranquillo” e che “amava giocare con i figli” quando era in casa. Edda riteneva sua mamma Rachele “il vero dittatore della casa”: una volta lo avrebbe multato per aver rotto la finestra a suon di pallonate. Per qualcuno, tuttavia, sarebbero solo mistificazioni per “colorire” il ritratto del Duce.

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