Oggi il saluto di Cagliari al mito Gigi, il miglior marcatore della Nazionale Italiana di calcio: le cause di morte

Perché Gigi Riva ha rifiutato l’intervento al cuore all’ultimo, sarà stata quella la causa di morte? Avrebbe potuto salvarsi? ‘Era un’operazione rischiosa’. Sono queste le considerazioni fatte dai medici che lo hanno tenuto in cura, i quali hanno già ricostruito le ultime ore di vita del campione. Quando ha raggiunto il pronto soccorso, è stato visitato e sottoposto a controlli che hanno evidenziato un problema al cuore, emerso dopo una coronarografia. Riva sapeva di soffrirne, le sue condizioni si erano pesantemente aggravate, tanto da portarlo al malore avuto in casa nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 gennaio scorsi.

Riva: “Ci voglio pensare, ne devo parlare con la famiglia”

L’ex centravanti è sembrato essere “sereno, vigile, cosciente” in mattinata, quando dopo le ore 10 aveva già i risultati di tutti gli esami ed era stato messo al corrente della sua situazione medica, come sottolineava il bollettino emesso la mattina dal Brotzu di Cagliari. Non si trattava di una condizione di salute discreta, ma le condizioni si erano stabilizzate. Poi, nel secondo pomeriggio, la situazione è precipitata. “Gigi Riva è stato informato dei rischi che comportava e ha rifiutato per potersi consultare coi familiari. Gli ho prospettato l’angioplastica avvertendolo che senza procedere avrebbe rischiato il decesso. Avremmo provato a convincerlo martedì”, ha spiegato il medico Pinna, che gli ha tenuto la mano sino all’ultimo. Lo stesso che ha ringraziato il campione per il suo apporto sul campo.

“Ci voglio pensare, ne devo parlare con i miei cari”, avrebbe replicato Gigi all’invito di sottoporsi all’intevento di angioplastica, che necessita di un suo consenso scritto per essere eseguito. “Dopo una valutazione di un team multidisciplinare, gli è stato proposto un intervento chirurgico di angioplastica coronarica che il paziente ha rifiutato. Ho avuto modo di parlarci prima della 18 e stava bene. Scherzava. C’era sua moglie con lui, si stava preparando a cenare e niente faceva presupporre un peggioramento così grave”.

Riva sembrava “di buon umore, tanto da scherzare sul fatto che gli era vietato fumare”. Messo al corrente dei rischi del mancato intervento e di quelli durante e post-operazione, il campione ha voluto pensarci, ringraziando i dottori e venendo ricambiato. Alle ore 17.50 è entrato in arresto cardiaco: “Sono state immediatamente eseguite tutte le manovre rianimatorie cardiopolmonari – ha spiegato Pinna -. Durante la manovra rianimatoria è stato portato in sala operatoria di emodinamica per eseguire un tentativo di angioplastica coronarica che purtroppo è risultato inefficace. Nonostante le manovre rianimatorie il decesso è avvenuto alle 19.10”.

Una nuova crisi sopraggiunta intorno alle ore 19 non ha lasciato scampo a Gigi Riva. “Era sotto controllo, monitorato, siamo intervenuti rapidamente. Le condizioni in un quadro con una patologia severa si sono aggravate. Siamo corsi in emodimanimica mentre gli veniva praticato il massaggio cardiaco così come anche le manovre rianimatoria, eseguite in emergenza con tutte le misure del caso”.

Oggi i funerali

Oggi si stanno celebrando i funerali del campione, le Bandiere dell’Italia, d’Europa, della Figc sono esposte a mezz’asta dinanzi alla sede della Federcalcio, in lutto per la dipartita del più grande capocannoniere della storia azzurra. Presenti anche Abodi, Malagò e Gravina. Anche ieri tantissima gente è giunta alla camera ardente. “Oggettivamente faccio fatica a trovare qualcuno che, nel mondo dello sport, sia stato più integerrimo di lui da tutti i punti di vista – ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò ieri sera, all’uscita dalla camera ardente -. Poi qualcuno dice ‘erano altri tempi’, ma io penso che lui oggi, ma anche tra mille anni, sarebbe stato comunque così”. Concludendo:

“Lui è patrimonio del mondo del calcio ma anche dello sport italiano, rimarrà qui in Sardegna e credo che diventerà un luogo di pellegrinaggio”.

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