Ad un anno di distanza dall’ultimo attacco contro i Maneskin, Gué Pequeno riprende il discorso e lo fa direttamente da un podcast americano

Il cantante Gué Pequeno torna all’attacco e si schiera di nuovo contro i Maneskin: si parla di dischi venduti nel podcast americano in cui è stato ospitato. Si conversa su tutto, e si finisce a parlare della band romana, che tiene banco in nel mondo della musica per il suo stratosferico successo. Lo stesso Gué non può sottrarsi dal riconoscerlo, nonostante l’intemerata. “Non lo so chi li ascolta. Ma qualcuno in qualche modo lo fa, perché fanno il tutto esaurito negli stadi”, spiega il rapper. Fa presente che davvero i Maneskin sono sulla bocca di tutti: “Apro i social e vedo Angelina Jolie e la figlia al loro concerto. E anche negli Stati Uniti hanno fatto concerti da tutto esaurito – chiedendo conferma all’interlocutore (ndr) -. Mi pare siano arrivati al sold out anche a New York al Madison Square Garden”, il padrone dello show annuisce.

“Perché?”, si chiede anche quest’ultimo sui pienoni ai concerti. Gué: “Ma cantano in inglese con musica rock. Immagina invece un rapper italiano che rappa in inglese. Quella sarebbe proprio un’altra storia”. Gli viene chiesto se ci ha mai provato lui a fare quanto appena detto: “Sì – risponde -, ma giusto per gioco”. In questi giorni hanno fatto discutere per il singolare modo che hanno scelto per promuovere il nuovo disco, con Victoria che urlava da una terrazza mentre era in topless. Non solo, anche Riccardo Muti è intervenuto sui Maneskin, rimproverando il Paese sulla piega che sta prendendo. Dopo queste parole di Gué Pequeno, i social si sono scatenati, ovviamente condizionando il proprio commento in base all’affetto per la band. “Vi prego, questo è disconnesso dalla realtà”, ha detto chi è con i ragazzi romani. Ma Gué non è solo polemico: “Sono italiani e vengono esportati in tutto il mondo. Alla fine meglio loro di altri”.

“Si sono trovati al momento giusto e al posto giusto”

Chi sarebbero questi altri? “Dai, meglio loro che cose brutte dell’Italia – ha aggiunto Gué -. Almeno sono una band rock ed è interessante perché dimostrano che uno ce la può fare”. Un messaggio positivo, con il quale sembra tendere la mano ai Maneskin, poi l’immediato dietrofront, che sa molto di bastone e carota: “Sono una band rock per tutti, con una trasgressione che poi però non c’è davvero. Limoni tra di loro, clip senza vestiti”. Ed infine: “Si sono trovati al momento giusto e al posto giusto. Poi hanno colmato un segmento che in quel momento storico non c’era”. Certo è che non stupisono queste parole, alla luce di quelle del rapper di un anno fa, quando definiva appunto i ragazzi dei “finti trasgressivi”.

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