Durante il Festival del Gusto, lo chef stellato Anthony Genovese ha lanciato una provocazione ai genitori, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo l’importanza di avere una cultura culinaria tale da saper riconoscere la qualità di un prodotto

“Basta dare ai bambini solo pasta al pomodoro”, questa è stata la provocazione lanciata dallo chef stellato Anthony Genovese, proprietario del ristorante Il Pagliaccio, a Roma. Genovese, durante il dialogo tenuto con Luca Ferrua al Festival del Gusto a Bologna, presso il Palazzo Re Enzo, ha cercato di portare alla luce ed evidenziare quanto il gusto e i sapori siano importanti, soprattutto per i bambini, senza lasciare nulla al caso.

La critica dello chef stellato Anthony Genovese, le sue parole

Secondo la scuola di pensiero dello chef stellato, Anthony Genovese, i genitori dovrebbero essere (ri)educati nel modo più appropriato per quanto riguarda il gusto e i sapori della cucina:

“Tanti giovani vengono a mangiare con i genitori nel mio ristorante e troppo spesso, purtroppo, chiedono una pasta al pomodoro. Perché non proviamo a far assaggiare ai nostri figli un piatto con il vero gusto del pesce, di un crostaceo o di una pasta fatta in casa? Anche a 12, 16 anni arrivano ragazzi che chiedono una pasta al pomodoro o una pasta in bianco con il parmigiano a parte. Il cibo non è solo quello che ti hanno insegnato da bambino, che ti hanno lasciato fare, poi tocca a te insegnare ai ragazzi che c’è ben altro“.

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L’appello

Per il suo ristorante stellato, lo chef ha scelto un menù che lo ha definito “integralista”, ponendo l’accento sull’importanza di avere una cultura culinaria, affinché si possa riconoscere la qualità di un prodotto:

“Noi siamo perfettamente liberi nel nostro locale, gustare vuol dire essere se stessi, essere se stessi vuol dire essere liberi. Ora mangiano solo patatine Io sono cresciuto in Francia e mia nonna mi preparava alle 3 del pomeriggio un panino con delle polpette e i miei amichetti mi guardavano male e dicevano: “Cos’è questa puzza?” Ma era cucina sana, questa è cucina. Cultura non significa spaventare la gente è insegnare giorno per giorno a riconoscere la qualità di un prodotto e non significa lusso. La tradizione va bene, ma non deve rinchiudere il mondo moderno”.  

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