Alessia Pifferi è accusata della morte di Diana Pifferi, la figlia che il 21 luglio 2022 fu rinvenuta senza vita, in casa, dalla donna stessa. Nel corso della mattinata ha parlato davanti alla corte d’Assise di Milano, dove ha raccontato la sua versione dei fatti.
Le parole di Alessia Pifferi: “Ho sempre accudito mi figlia come una mamma esemplare”
Alessia Pifferi si era assentata per diversi giorni, nel luglio del 2022, lasciando la piccola di appena 18 mesi sola. Secondo l’accusa la donna aveva abbandonato sua figlia a Milano, per recarsi a Leffe, in provincia di Bergamo, per passare del tempo con il compagno. L’accusata, davanti alla corte ci ha tenuto a specificare che “Ho sempre accudito mia figlia come fa una mamma esemplare. Di professione ho sempre fatto la mamma, le facevo tutto”. Poi l’ammissione: “Sì, l’ho lasciata sola. Pochissime volte e quando accadeva l’indomani tornavo subito a casa. Le lasciavo 2 biberon di latte, 2 bottigliette d’acqua e una di teuccio. Pensavo bastasse”.
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“Quando sono rientrata a casa l’ho accarezzata, ma non si muoveva”
Nel proseguo delle domande, la donna ha raccontato del suo rientro a casa e del ritrovamento della bimba. “Quando sono rientrata ho trovato mia figlia nel lettino e sono subito andata da lei. L’ho accarezzata, ma non si muoveva: ho capito che c’era qualcosa che non andava, non era in piedi come le altre volte. – poi aggiunte – Non era fredda, ho tentato di rianimarla in più modi ma non c’è stato verso”. In seguito, Alessia Pifferi andò da una vicina per chiedere aiuto. “Le dissi che avevo lasciato Diana con una babysitter perché ero sotto shock. Tremai, sudai, mi misi a piangere, chiamai il 118”. Infine, chiese al compagno di raggiungerla, ma l’uomo con cui aveva passato i giorni precedenti, mentre la figlia moriva di stenti, la ignorò. “Capii che non c’era più nulla da fare quando vidi i medici”.