A 8 giorni dalla scomparsa della piccola Kata, le ricerche sono ancora a un punto morto. La bimba da quel pomeriggio di sabato 10 giugno, in cui giocava nel cortile dell’ex hotel Astor, sembra essere sparita nel nulla. Gli inquirenti seguono ancora la pista del rapimento per estorsione, ma questa mattina le forze dell’ordine sono tornate all’interno dello stabile ormai sgomberato.
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Le ricerche della piccola Kata sono state coadiuvate da tecnici Gis: l’obiettivo è quello di escludere definitivamente la presenza della bimba nel palazzo.
L’ex hotel Astor, nella giornata di è era stato sgomberato dalle oltre 140 persone che lo occupavano abusivamente. Il provvedimento è arrivato dal tribunale dopo che i residenti del quartiere avevano chiesto tale intervento da mesi. Nell’ex Hotel Astor, infatti, ormai da tempo era in atto una vera e propria guerra tra gang rivali, per il controllo degli appartamenti.
L’ispezione di oggi, 18 giugno è stata coadiuvata anche da tecnici Gis, specialisti nell’utilizzo di tecnologie adatte a individuare intercapedini e cavità nelle mura. L’obiettivo delle ricerche è quello di escludere una volta per tutte che la piccola Kata possa essere ancora intrappolata all’interno dello stabile. L’ex hotel Astor, infatti, in quanto abbandonato da tempo, ha diverse zone fatiscenti che potrebbero rivelarsi una trappola per una bimba così piccola.
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Le parole del gip Angelo Pezzuti
Tuttavia, nonostante le ricerche della piccola Keta all’interno dell’hotel, le indagini continuano a vertere sulla pista del racket delle camere abusivamente occupate. Lo stesso gip Angelo Pezzuti, ha citato nel decreto di sequestro preventivo, i ripetuti atti di delinquenza all’interno dello stabile.
Solo poche settimane fa, per fare un esempio più recente di quanto avveniva nel luogo, un uomo originario dell’Equador si è lanciato dal terzo piano del palazzo per evitare una gang armata di coltelli. Il gip infine ha anche parlato della scomparsa e relative ricerche della piccola Kata:
“Il delitto sembra trovare spiegazione nei rapporti conflittuali che sono sfociati in delitti, con denunce reciproche, maturati nell’ambito dell’occupazione all’interno della comunità di peruviani ed ecuadoregni per il possesso delle stanze dell’albergo”.