Felice e Grazia hanno deciso di dire basta. Sabato notte, dopo quarant’anni di onorato servizio, hanno abbassato per l’ultima volta la serranda della loro trattoria situata a Torino, nel quartiere San Salvario.

“Trattoria da Felice”, questo era il nome dell’attività, era stata aperta nel 1983 da Felice Taddeo e Grazia Colacillo, marito e moglie, emigrati dall’Abruzzo qualche anno prima.
I due raccontano i ruggenti anni 80, nella Torino dell’età dell’oro: «Si lavorava da non credere, eravamo sempre saturi di operai, impiegati, poliziotti, dipendenti, se passava un amico lo mettevamo a servire», le trattorie proponevano cucina italiana: lasagne, carbonara, penne all’arrabbiata, paglia e fieno. Ricordano un Italia diversa, più ricca, con meno delinquenza, fatta di bassa fiscalità e meno norme, tanto che: «Nell’86 alcuni clienti valdostani arrivarono in autobus con un agnello vivo: lo macellammo in cucina e lo mangiammo in trenta, con le patate».

Addio alla trattoria “Da Felice” di Torino, il cambiamento del locale: diventerà un barbecue orientale

Tuttavia, la situazione oggi è cambiata e tra le troppe ore di lavoro, i costi eccessivi, soprattutto in seguito al Covid, trovare camerieri è diventato ormai impossibile. Il loro lavoro d’altronde è duro, lo sa anche Grazia: «La felicità dei clienti è stata la nostra massima gratificazione, ma siamo stremati. Ieri sono stata dalla fisiatra: ho la colonna vertebrale di un’ottantenne».

Nonostante ciò, secondo Maria Luisa Coppola, presidente dell’Ascom di Torino e provincia: «A differenza dei bar, la ristorazione è uscita dal periodo della pandemia più forte di prima», tanto che nel triennio 2019-2022, i ristoranti hanno avuto un incremento dell’1%. Il problema piuttosto è l’affermazione della trattoria della “generazione Z”, un genere di locale differente da quello guidato dai coniugi Taddeo, con meno tavoli, orari più compatti, prezzi mediamente più alti, gestito da soci più che da famiglie.
Il locale infatti cambierà genere diventando un barbecue orientale, amministrato da un gruppo di giovani imprenditori cinesi.

Felice e Grazia, insieme alla loro storica “Trattoria da Felice”, vanno in pensione, dalle loro parole traspare un misto di rammarico e sollievo: «Il dispiacere è di non aver trasferito tutta questa conoscenza gastronomica a qualcuno che potesse portarla avanti, ma finalmente potremo passare un po’ di tempo con i nostri figli, ammesso che loro vogliano».

Continua a leggere su Chronist.it