Sei passanti accoltellati nella zona della stazione centrale di Milano. Sei feriti, due sono gravi. Uno è un signore intervenuto in difesa di una donna vittima di una rapina. Uno dei due malviventi, che ferivano ogni passante che reagiva, sarebbe stato fermato. Si tratta di un marocchino senza permesso di soggiorno e senza fissa dimora.
È un fatto di cronaca che ripropone prepotentemente due temi: quello dell’accoglienza e quello della sicurezza. Perché se da un lato è giusto che i disperati, con le loro carrette del mare e in balia delle onde, vengano soccorsi per evitare tragedie come quella di Cutro, dall’altro è giusto e sacrosanto garantire a tutti noi il diritto di poter girare alle cinque del pomeriggio nella zona della stazione senza prendere una coltellata.
Le stazioni di Milano e Roma sono terre di nessuno
Invece le stazioni di Milano e di Roma, per citare quelle più conosciute e più affollate, sono terre di nessuno, dove la criminalità impazza. E dove centinaia di persone, immigrati, ma anche italiani, bivaccano e delinquono a qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualunque passeggero scenda da un treno e arrivi a Roma o a Milano, per uscire dalla stazione deve attraversare un muro di esseri umani che spacciano droga senza preoccuparsi di essere visti. Che bevono alcol a fiumi, che molestano donne sole e indifese. Che fanno i loro bisogni davanti a tutti.
Il problema non è solo quello degli immigrati irregolari che, essendo disperati, non avendo niente da perdere, si buttano sulla prima preda per privarla di tutto ciò che possiede. La questione è più ampia e riguarda la sicurezza. Non basta mettere una camionetta della polizia in bella vista se poi non ci sono controlli. Se poi gli uomini delle forze dell’ordine si lamentano per i tagli all’organico. Se le strade intorno alla stazione diventano territorio di predoni e banditi armati di coltello.
Sei passanti accoltellati da marocchini senza fissa dimora nella zona della stazione centrale di Milano: il punto. Quanto resterà in cella il marocchino fermato stasera? Come faremo a trovare il complice visto che non esiste un nome né un documento? Questo per dire che è giusto dare soccorso e asilo a chi ci chiede una mano, ma abbiamo anche noi il diritto a poter girare il pomeriggio senza dover temere per le sorti nostre, quelle delle nostre donne, dei nostri figli. Le stazioni devono essere posti sicuri, in cui lo Stato fa sentire la propria presenza. O questo lo si capisce una volta per tutte, o dichiariamo “fallimento” e diciamo che siamo tornati definitivamente al far west.