Dimesso il bimbo al quale il padre aveva donato il suo polmone: l’intervento al figlio era avvenuto il 17 gennaio scorso presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ed è stato il primo caso di trapianto di polmone da donatore vivente.

Il bambino di 5 anni ha iniziato ad avere problemi seri di salute nel 2019: la diagnosi era quella di talassemia o anemia mediterranea. Il piccolo era arrivato in Italia dall’Albania l’anno prima, trasferitosi insieme alla madre. Dopo pochi mesi, era arrivato anche il papà.

Vedi anche: Dona un polmone al figlio di 5 anni per salvargli la vita: è il primo trapianto da vivente in Italia

Dimesso il figlio di Ánduel, il 34enne albanese che ha donato il polmone al bambino di 5 anni: la vicenda dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Il padre del piccolo, Ánduel, di 34 anni, è un ingegnere edile originario dell’Albania. L’11 giugno 2021 si è sottoposto ad un’operazione per donare il midollo al figlio ma, poco dopo, il sistema immunitario del piccolo ha rigettato le cellule trapiantate del padre: la cosiddetta malattia da trapianto contro l’ospite (Graft versus Host Disease, GvHD). Questa, insieme ai farmaci, ha provocato un grave danno al polmone e alla sua funzionalità.

Per questo è stato necessario un trapianto di polmone e anche questa volta il donatore è stato Ánduel che, avendo già donato il midollo, ha trasferito la sua immunità eliminando il rischio del rigetto. L’uomo, senza pensarci due volte, si è sottoposto all’operazione per salvare la vita al figlio.

“L’intervento con donatore vivente permette la possibilità di programmare l’intervento a poche settimane di distanza invece di aspettare la chiamata dalla lista d’attesa dei donatori”, ha spiegato Michele Colledan, il direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3. Il fattore tempo in queste circostanze è importantissimo.

Il trapianto è andato bene. In un primo momento è stato dimesso il padre e il 21 febbraio, ad un mese dall’intervento, è riuscito finalmente a tornare a casa anche il figlio, mano nella mano con sua mamma Ornèla. Per qualche tempo il piccolo dovrà sottoporsi ai controlli post trapianto a Bergamo, poi potrà tornare vivere una vita normale.

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