Sinisa Mihajlovic non c’è più: l’ex calciatore si è spento oggi, venerdì 16 dicembre, a 53 anni, a causa della leucemia mieloide acuta scoperta tre anni fa. È stata la stessa famiglia a diffondere la triste notizia.

La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic.

L’annuncio della famiglia

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Ex calciatore – tra le altre, di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter – ed ex allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic lascia un vuoto incolmabile per quello che ha rappresentato in campo e fuori. Sin da quando il 13 luglio del 2019 annunciò al mondo la triste notizia della diagnosi ricevuta, tenne fede al suo carattere combattivo, da guerriero. Così com’era conosciuto dai calciatori che ha allenato o dai compagni con i quali ha giocato.

“Difficile è alzarsi alle 4 e non arrivare a fine mese, altro che tirare due calci ad un pallone”

Quella volta che l’allenatore, dopo una grande vittoria contro la Fiorentina per 2-1, disse: “Non è facile alzarsi ogni mattina alle 4, 4 e mezza – in risposta ad una domanda di un giornalista, il quale chiedeva se per Benassi la fascia di capitano non fosse una missione difficile (era il 2016) – e andare alle 6 a lavorare tutto il giorno e non arrivare a fine mese. Questo non è facile. La fascia è un piacere, un orgoglio: lui – il calciatore – è una persona fortunata come tutti noi che facciamo questo lavoro”.

Proprio di recente, l’amico Filippo Inzaghi lo ha ricordato a Sky Sport, quando faceva parte del trio difensivo laziale con Stam e Couto: “Preferivo giocare defilato, se entravo in area erano botte da tutte le parti”, ha rivelato l’ex attaccante. Sinisa si è guadagnato il rispetto grazie ad un carattere forte che però nascondeva un cuore immenso.

Da allenatore del Bologna

Sinisa Mihajlovic è scomparso oggi, 16 dicembre 2022: età della morte, malattia, ospedale, esonero, nonno, stipendio, patrimonio, carriera

L’ex calciatore si è spento a 53 anni a causa della leucemia, male contro il quale combatteva da tre anni. Ad aprile, quando Sinisa era ricoverato nel reparto di Ematologia dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, i “suoi” ragazzi del Bologna sono andati a fargli visita, festeggiando in strada la vittoria ottenuta. I calciatori sono stati ricambiati dal saluto del loro ex allenatore che, commosso, ricambiava dalla finestra della sua stanza. Proprio due settimane fa il serbo appariva sorridente alla presentazione del libro del collega Zeman.

Quando nel 2019 dichiarò il male al mondo intero, si mostrò coraggioso e riuscì anche a superare il primo grande ostacolo. Tuttavia, otto mesi fa, la malattia è tornata a bussare alla porta e Sinisa Mihajlovic si è dovuto sottoporre nuovamente alle cure. Hanno fatto discutere le vicende successive alla notizia nella società bolognese, che ha esonerato l’allenatore. Un passo che, secondo alcune fonti, sarebbe dovuto avvenire già precedentemente ma proprio per via delle condizioni di salute del mister, la presidenza aveva deciso di posticipare il tutto. Sinisa percepiva uno stipendio netto di circa 3 milioni di euro, non si conosce l’entità del patrimonio dell’ex calciatore.

Carriera

Con la maglia della Lazio, da calciatore

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Sinisa Mihajlovic si è sempre contraddistinto in campo anche nelle sue qualità sopraffine. In particolar modo, era ritenuto un “mago” nelle punizioni per la precisione, potenza e giro palla che riusciva ad imprimere alla sfera, dopo averla colpita. Quando giocava, ogni calcio di punizione era una “sentenza”. Approdato in Italia dopo essere stato studiato dall’Università di Belgrado per quel tiro potente e preciso, misurato ad una velocità massima di 160 km/h, il difensore finì alla Roma. Dopo due anni abbandonò la Capitale, che avrebbe ritrovato dopo vestendo i panni dell’altra sponda del Tevere: quelli della Lazio, dove per sei anni lasciò decisamente il segno. Nel mezzo, quattro lunghi storici anni con la Sampdoria. Chiuse con il calcio giocato sempre da noi, in maglia nerazzurra: all’Inter dal 2004 al 2006.

Immediatamente dopo l’addio al campo, Sinisa MIhajlovic tornò ad assaporare i prati della serie A ma da bordo campo, in vesti di allenatore. Dopo un biennio da vice di Roberto Mancini all’Inter, cominciò ufficialmente con gli stessi colori con i quali ha concluso prematuramente la sua carriera: quelli rossoblù del Bologna. Poi fu la volta di Catania, Fiorentina, una breve parentesi con la Nazionale serba e di nuovo in Italia tra Sampdoria, Milan e Torino. Prima di chiudere gli ultimi tre anni nel capoluogo emiliano, passò anche da Lisbona nel 2018, nei panni di allenatore del prestigioso Sporting.

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