Era il 1957, per la precisione il 16 novembre, quando due ragazze sotto i 30 anni si incontrarono per la prima volta, si sorrisero e si strinsero la mano. Ma quelle due Twenty-something, come si direbbe oggi, erano la Regina Elisabetta II e Sophia Loren. La prima aveva 27 anni, la seconda appena 23. E quando i giornalisti le chiesero cosa le avesse detto la regina dietro quel largo sorriso che le rivolse, una emozionatissima Sophia disse che non lo ricordava già più. Comici ricorda un documentario della Pathé recentemente ritrasmesso in occasione del giubileo della regina.
Sophia, che era di umili origini, abbandonata da suo padre subito dopo essere stata riconosciuta, dato che nata fuori dal matrimonio, sicuramente non immaginava nulla del genere nemmeno nei suoi più sfrenati sogni da bambina. Cresciuta tra gli stenti Sofia Scicolone non avrebbe mai nemmeno disegnato un palazzo così. Invece si presentò di fronte alla sovrana, vestita di bianco, e come prima cosa si produsse in un perfetto courtsy, l’inchino ufficiale che si fa davanti alla regina – o in generale a una dama di rango più alto – per poi ascoltare ciò che Elisabetta volle dirle. Lo aveva provato centinaia di volte.
Perché Sophia Loren incontrò la regina
Ma come mai la più bella e lanciata attrice italiana di quegli anni incontrò la regina d’Inghilterra, per giunta prima di sfondare a Hollywood? Accadde tutto per soddisfare la grandezza inglese. Qualcuno nel 1946 fece notare che nel Regno Unito non esisteva un grande evento glamour come la cerimonia di premiazione degli Oscar, né un grande festival cinematografico, come la Mostra del Cinema di Venezia. Com’è noto, Elisabetta II è sempre stata anche sovrana delle arti: ha sempre amato circondarsi di musicisti, attori, pittori, scultori, registi e chi più nera più ne metta. Molte delle attrici più famose in UK sono sue dame di compagnia, come Judy Dench e Maggie Smith. I Beatles sono tutti suoi baronetti. E stiamo solo citando i più noti. Pertanto non si fece ripetere due volte la possibilità di essere lei la mecenate di un tale evento.
Fu così che nacque la Royal Command Film Performance, in seguito solo Royal Film Performance, una manifestazione di beneficienza che si teneva in occasione première di una produzione importante e che coinvolgeva i membri della famiglia reale britannica. L’evento si tiene ancora oggi. quest’anno la première è stata di Top Gun: Maverick. I proventi di questo evento benefico vanno alle persone del settore cinematografico e televisivo in difficoltà. Perché è noto nel mondo quanto il Regno Unito tenga ai suoi lavoratori dello spettacolo.
Nell’edizione del 1957 il film presentato era Les Girls di George Cukor, con Gene Kelly e Mitzi Gaynor, ma le due star protagoniste non erano presenti. Furono dunque convocate altre celebrità, che per qualche motivo erano sotto i riflettori in quel momento. In quella edizione, Sophia Loren incontrò per la prima volta Jane Mansfield. L’attrice napoletana era nelle sale britanniche con il film Orgoglio e Passione, diretto da Stanley Kramer.
Cosa indossava Sophia Loren
Molto si è scritto sulla mise di Sophia. Innanzitutto che era vestita di bianco, in lungo. Un abito piuttosto semplice che le arrivava fino ai piedi, molto elegante. La discreta Sophia minimizzò la sua generosa scollatura con un copri-spalle in pizzo, sempre bianco, le cui maniche a tre quarti terminavano con della pelliccia.
La regina la accolse con un abito che rispondeva alle regole dell’etichetta. Lei, che tutt’oggi è molto attenta a queste cose, aveva concordato una mise dal sapore ufficiale, nei colori previsti in queste occasioni, e naturalmente corredata da una abbondante stola di ermellino, simbolo di regalità da molti secoli. Curioso però osservare che persino la tradizionalista Elisabetta abbia abbandonato questo regale accessorio in nome di una svolta ecologista che non preveda più alcuna pelliccia nelle mise reali.
Il resto è scritto nella storia e cosa disse la regina a Sophia è chiuso in qualche angolo della sua memoria.