Nicola Spadea, laureato in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive adattate presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Nasce come atleta di windsurf, diventando poi freestyler del windsurf. Fino ad ottenere il 33esimo posto in graduatoria nel mondo. E ‘stato campione italiano di freestyle junior. Nel 2008 si è classificato al 9° posto, al campionato europeo in Grecia. Arrivato 3° ai campionati italiani di freestyle assoluto Over All, 5° ai campionati europei in Sardegna. Ha conquistato molti titoli e trofei. Galeotta fu la sua città d’origine: Formia. Località marittima nella quale ha scoperto la sua passione per il mare e il windsurf. Uno sport che necessita di grinta e intraprendenza da vendere. Ma a Nicola Spadea di certo, non manca. Infatti, ha affrontato le onde e i venti più impegnativi tra salti e acrobazie sulla sua inseparabile tavola da windsurf.

Vivendo in una cittadina bagnata dal mare, com’è nata la tua passione per lo sport che ti ha visto poi campione?

Ricordo che tutte le estati guardavamo le vele sfrecciare sull’acqua di ritorno dal mare di Gaeta. Nel settembre del 2019 andammo in vacanza nel Gargano dove venimmo travolti dal movimento velico locale, cosi tanto da chiedere informazioni per intraprendere questa disciplina. Al tempo non lo sapevo, ma ci ritrovammo al centro sportivo di Cesare Cantagalli. Un’icona del windsurf mondiale. Eravamo in un” tempio del surf”. Al ritorno dalla puglia io ed un amico mettemmo piede sulla tavola a Vindicio per la prima volta.

La passione per lo sport e per questo sport, in particolare, è stata trasmessa dai tuoi genitori, amico, parente o sei stato tu a scegliere questo sport?

La passione per il windsurf è nata grazie ai miei genitori. Loro mi iscrissero ad un corso di cinque lezioni presso una scuola windsurf in compagnia di un amico. Mi piacque sin dai primi metri sull’acqua!

Quando hai avuto la prima vittoria?

La prima vittoria fu con me stesso quando planai a tutta velocità! Dal punto di vista agonistico invece, la rapporto al trofeo vinto al campionato italiano di Nizza di Sicilia.

La sensazione provata man mano che ti avvicinavi alla vittoria. cosa provavi?

Ero felice. Stavo facendo un’attività nella quale riuscivo bene e la vita mi stava aprendo la strada.

Ti emozioni ancora quando vinci?

Si, mi emoziono per tanti motivi.

La gara più bella e la vittoria più bella quando le hai avute? Come hai vissuto quella vittoria?

La gara più bella mi fa pensare alla prima prova del campionato windsurfer di Anzio di aprile. C’era un bel vento teso. Almeno vento nodi. Sono arrivato sulla linea del traguardo con un distacco notevole rispetto agli altri concorrenti. Sapevo di condurre il mezzo al meglio in quelle condizioni. Anche se le tensioni, la carica e i ragionamenti sono li con te fino a quando non tagli il traguardo per primo e ce l’hai fatta veramente!

Parliamo di sconfitte: come recita una nota canzone “Non sempre si puo’ vincere, bisogna saper perdere”. Come hai imparato a saper perdere?

Le sconfitte fanno parte del percorso. Come dice un grande campione di windsurf “Jason Polakow” in una sua intervista: “l remember the good ones and try not to remember the bad ones – ricordo i momenti buoni e cerco di non ricordare quelli brutti”.

Ritieni che il windsurf sia lo sport non solo adatto a te, ma a quali altre persone, al di là della passione per il mare?

Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico ha reso la pratica di questo sport accessibile ad un pubblico sempre più vasto. Resta un’attività vigorosa praticata in un ambiente naturale. Il che implica delle condizioni molto variabili. A volte, anche l’aspetto economico o logistico, possono essere determinanti nel perseguimento di questa disciplina. Ciononostante la comunità windsurfistica include una vastità di personalità diverse, le quali hanno tutte in comune proprio la passione per il mare!

Tu che hai girato tanto, hai conosciuto tanti mari, tanti venti. Come valuti il territorio, anzi, il mare e le onde migliori per praticare questo sport?

Tecnicamente esistono delle scale: ad esempio la Beaufort è una misura empirica della forza del vento. Per il mare la Douglas determina le condizioni dello stato del mare in base all’altezza media delle onde più alte. L’esperienza, i ricordi e l’interpretazione istantanea in base alle sensazioni sono gli elementi che considero prima di ogni uscita in mare.

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 Il mare di Formia, che è la tua cittadina, con il vento, cosa rappresenta per lo sport che tu pratichi e insegni?

Il mare di Formia e il suo vento rappresentano un luogo adatto alla pratica degli sport acquatici: il clima mite, i venti costanti, il mare calmo sono caratteristiche che fanno naturalmente il golfo di Gaeta uno “stadio del vento”. L’associazione sportiva L’eclipse prodiga alla promozione degli sport acquatici nella riviera d’Ulisse con sede operativa presso il lungomare di Vindicio, a Formia, realizza ogni anno numerose attività come: campionati amatoriali ed agonistici, corsi per principianti, corsi di formazione per i tirocinanti dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, servizio di salvataggio a mare per il Comune di Formia e servizi classici di balneazione. Venite a trovarci!

Chi puo’ praticare questo sport e a che età?

Il windsurf può essere praticato a partire dai sette anni per ragioni di sviluppo fisiologico del bambino. Come limite d’età, invece di indicare un’età anagrafica preferisco estendere il concetto alla condizione di ben-essere della persona.

Un bilancio della tua attività da sportivo ma soprattutto da atleta di elite?

Sono felice di tutti i risultati raggiunti!

Come sarà il tuo futuro? Progetti?

Il mio futuro sarà all’insegna dei valori che la famiglia ed il mare mi hanno insegnato. A giugno andrò in Spagna per partecipare al campionato Europeo classe Windsurfer in costa brava. Tra le varie cose negli ultimi anni durante l’inverno ho insegnato nella scuola statale la materia delle Scienze Motorie. Nel 2022 presso l’istituto Pacifici e de Magistris di Sezze.

Se tornassi indietro, ripeteresti la scelta di questo sport?

Se potessi tornare indietro, non cambierei nulla e certamente riprenderei la scelta di questo sport!