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Donatello Matarangolo confessa: “Sogno di arrivare in Serie A, l’insuccesso? Un modo per arrivare alla vetta”

Donatello Matarangolo confessa “Sogno di arrivare in Serie A, l’insuccesso Un modo per arrivare alla vetta”

Donatello Matarangolo confessa “Sogno di arrivare in Serie A, l’insuccesso Un modo per arrivare alla vetta”

Donatello Matarangolo, un nome e una storia tutta da raccontare. Foggiano di nascita ma cassinate di adozione, città in cui è cresciuto professionalmente ed ha trovato l’amore. Sin da bambino ha coltivato la passione per il calcio e per lo sport, fino ad arrivare alla piena consapevolezza di voler “scappare” dalla propria zona di comfort per giungere in una realtà completamente nuova, a tratti insopportabile e stretta, ma piena di sogni da realizzare. Gli stessi sogni che ha sempre custodito gelosamente nel cassetto e che, nei momenti bui, lo hanno rasserenato ricordandogli che un sogno, se ci credi davvero, può diventare realtà. Ma per Donatello questo non è bastato. Anzi. Il grande amore per la curiosità e per il sapere lo hanno spinto – e lo spingono ancora – a raggiungere mete anche apparentemente impossibili. Matarangolo ha conseguito la laurea specialistica Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative, presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, in cui, non solo ha trovato dei semplici professori, bensì una vera e propria famiglia alla quale si è appoggiato in qualunque momento importante della sua vita.

Oggi, quel Donatello non è più un bambino, continua a sognare ma con una forma mentis più forte e rigorosa, grazie al suo Metodo di allenamento che lo ha portato lontano nella sua carriera da preparatore atletico. Nel corso degli anni, ha avuto modo di conoscere tanti staff e tante squadre delle varie categorie, con esperienze da oltre dieci anni in serie B: Legnano, Morolo, Gaeta 1931, Aversa Norm., Foggia, Grosseto, Latina, Ternana, Virtus Entella, Perugia, Livorno, Pescara, Cosenza ed Ascoli. Ma per lui, ancora manca un altro grande tassello importante: arrivare in serie A. Donatello si definisce un “visionario” dal cuore umile. È molto ambizioso, lungimirante e determinato, con la voglia costante di confrontarsi con gli altri per poter crescere sempre di più professionalmente.

Intervista esclusiva

Hai studiato presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Cosa ti ha lasciato in particolar modo?

Conservo sempre un grande ricordo riguardo l’Università di Cassino. Sono rimasto in contatto con il professor Lamberti e la professoressa Maria Gabriella De Santis, con i quali mi sento assiduamente. Mi hanno insegnato davvero tanto: dal metodo di studio al metodo di pianificazione del mio lavoro, come uomo e come preparatore atletico.

Che tipo di metodo ti hanno insegnato?

Grazie all’Università e agli studi che ho portato avanti, ho imparato ad organizzare al meglio il mio lavoro, a perseguire i miei obiettivi con dedizione e perseveranza, senza lasciare nulla al caso.

Cosa ti ha colpito di più dei loro insegnamenti e che cosa ti è rimasto più nel cuore?

Il professor Lamberti lo porto nel cuore perché lui è stato il mio insegnante di calcio, con lui ho collaborato anche durante il mio periodo universitario ed è stato il mio relatore di tesi di laurea. Ho un bel rapporto con lui. Spesso ci sentiamo anche per scambiare delle opinioni sullo sport in generale, sul calcio. Allo stesso modo anche la professoressa Maria Gabriella De Santis, mi ha insegnato l’importanza del rispetto delle regole, della serietà e dello studio; di guardarsi indietro solamente per imparare dagli errori senza mai perdere la speranza, continuando a credere nei propri sogni e lottare sempre. Non sono stati due semplici professori per me, ma molto di più.

L’anno scorso per te è stato molto importante…

L’anno scorso sono stato al Cosenza in serie B e successivamente per un breve periodo ospite dello staff tecnico di Sampaoli al Siviglia Calcio per studiare (aggiornarmi) sulla loro Metodologia di Allenamento. Dopo questa proficua esperienza sono andato all’Ascoli sempre in serie B, dove abbiamo fatto un’impresa importante sfiorando i play off. Come preparatore atletico è stato un anno importante. Ogni volta ho modo di mettermi alla prova e crescere professionalmente. Ogni esperienza è un arricchimento per me.

Hai parlato di aver attuato un tuo metodo di lavoro, di cosa si tratta?

Ho studiato un mio metodo di lavoro chiamato “Metodo Contestualizzato al Modello di gioco dal punto di vista Fisico”, un metodo molto importante in cui il preparatore atletico diventa una figura centrale nella metodologica dell’allenamento di una squadra di calcio, che collabora in stretto contatto con l’allenatore. Con il mio lavoro, vado ad ottimizzare i tempi dell’allenatore; vado a sviluppare tutte le esercitazioni tattiche dell’allenatore, andandole a rafforzare sotto l’aspetto fisico. Non solo: tutto ciò viene contraddistinto da lavori specifici e funzionali al modello di gioco dello stesso allenatore.

Com’è nata l’idea?

Fino ad ora mi ha fatto fare il cosiddetto “salto di qualità” ed, essendo molto curioso e studioso, sono arrivato ad attuare questo schema, dopo aver studiato diverse metodologie dei preparatori all’estero, cercando di creare una mia identità professionale.

Dunque, sembrerebbe un metodo alquanto impegnativo che forgia il carattere di un calciatore…

Beh si, insegna ad ogni calciatore ad essere ligio al dovere e rispettare le regole, una caratteristica fondamentale. Principalmente è caratterizzata sull’intensità e sulla Garra.

Durante il tuo percorso professionale hai scritto anche dei libri…

Si, ho scritto due libri: il primo intitolato L’importanza della relazione educativa nella dimensione giovanile del gioco del calcio, mentre il secondo Dai neuroni specchio all’attività motoria “La coordinazione dei calciatori”.

Dopo diverse importanti esperienze nel mondo del calcio, qual è il tuo sogno nel cassetto?

Sarò banale, ma andare in Serie A. Mi sento pronto per fare il salto di qualità, secondo me è solo questione di tempo, prima o poi arriverà il mio momento. Sono consapevole della mia forza. Sono molto perseverante e difficilmente abbandono un sogno o un obiettivo.

Sei una persona molto comunicativa e, riguardo le tue esperienze, ti è capitato di incontrare un ragazzo oppure un giocatore, che ha trovato difficoltà ad applicare il tuo metodo o, semplicemente a rispettare le regole?

No, è difficile! Per il tipo di lavoro che propongo e per l’energia che trasmetto; cerco in tutti i modi di coinvolgere gli altri e tirare fuori quella voglia di emergere. Sono molto esigente e professionale ma, al contempo, legato ai calciatori. Instauro sempre un bellissimo rapporto con loro e spesso ripeto sempre: “studiamo tutti dagli stessi libri, ma è l’interpretazione che si dà che forma la personalità di una persona”. Bisogna trasmettere tanti valori ai ragazzi, tra energia, sacrificio e voglia di arrivare senza lasciarsi scoraggiare. Con il sacrificio si arriva lontano, sempre.

Come in tutte le cose, lo studio è il mezzo per poter emergere, giusto?

Si, l’importante è arrivare. L’insuccesso c’è ed è fondamentale, anche se risulta strano perché grazie ad esso si arriva in vetta.

Come vivi un eventuale insuccesso?

Sono partito da zero e nella mia vita ho avuto tanti insuccessi e questo fa parte della vita. Solitamente, a primo impatto mi incupisco, ma cerco immediatamente di vedere il bicchiere mezzo pieno per trovare la forza per raccogliere i cocci e andare avanti più forte di prima, cercando di attirare a me energie positive. Voglio lasciare un segno importante per mia moglie Rossana, per la mia famiglia, per i miei amici e per tutti coloro che credono in me e mi hanno sempre sostenuto.

Quindi, sei sempre d’accordo riguardo il famoso detto popolare “Ogni impedimento è un giovamento?”

Assolutamente. Sempre più convinto. Ti fa capire davvero tanto e imparare dagli errori, aggiustando il tiro. Mi ritengo molto fortunato per ciò che faccio.

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