Tanti auguri a Enrico Beruschi che oggi compie 82 anni. Comico, cabarettista e attore, Enrico lo ricordiamo in particolar modo al “Drive In“. “L’origine di tutti i mali“, come disse ironicamente qualche anno fa in un’intervista. A 15 anni lavorava già come ragioniere presso la Galbusera. Il ragionier Beruschi, suona familiare. Lo ricordiamo in Tv: “Ho conseguito il diploma nel 1960 e mi sono ritrovato con 34 offerte di lavoro. Quattro erano di banche: nel 1960 dove vuole che andasse un ragioniere?“.

Entrò quindi in banca e poi fece tanti lavori. “Dopo sono stato in una ditta tessile, ho fatto il militare come ufficiale dei carristi e ho lavorato in un noto biscottificio, dove sono arrivato a essere vicedirettore“. Come tanti artisti dell’epoca, passò anche lui dal Derby Club di Milano: “Cochi e Renato erano miei compagni di scuola e andavo a vederli al Derby, il tempio del cabaret milanese”. Enrico si fece notare (“avevo la fama di essere un bravo barzellettiere”), ma a parte qualche complimento (“a una specie di provino mi avevano detto che sì, la mimica era buona, ma…“) finiva sempre lì.

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Di giorno ero un serissimo vicedirettore, anche duro, la sera facevo il pirla

Poi un giorno Walter Valdi, “l’anima artistica del locale“, incontrandolo, gli disse di farsi sotto se davvero sapeva far ridere. E tutto cominciò. Abbandonò il lavoro diurno per iniziare ad addentrarsi nel mondo dello spettacolo. Per sua ammissione disse a “TV Sorrisi e Canzoni“: “Di giorno ero un serissimo vicedirettore, anche duro“, ma di notte si trasformava. “Facevo il pirla“. Lo chiamarono alla Rai per fare una cosina per bambini” e lasciò l’azienda. Una follia? “Guadagnavo 300mila lire, in Rai me ne diedero 20mila al giorno per due giorni“.

Lo vediamo interpretare “Salvatore l’inventore“, nel 1977, in “Qua la zampa” oltre che nella celebre trasmissione “Non stop“, insieme con i “Gatti di Vicolo Miracoli“, “La Smorfia“, Boris Makaresko, Marco Messeri e Nicola Arigliano. “Quando penso al terrore, penso a quel momento. Ci ho messo cinque minuti a dire buonasera, ma raccontai tre barzellette e andò bene. Entrai nel gruppo: oltre a Cochi e Renato c’erano Gianfranco Funari, Boris Makaresko, Dino Sarti. Makaresko m’inserì nella sua apertura. Dicevo una o due battute e sparivo, ma la gente cominciò a incuriosirsi. Ecco, vede, io so di non essere mai stato alto, bello e biondo, però ho una faccia: rimane impressa“.

Mi chiamò Silvio Berlusconi…”

Pippo Baudo ha avuto un merito nello scoprire Enrico Beruschi: “Nel 1977 Pippo voleva fare un programma con volti nuovi e convinse Bruno Voglino a realizzare ‘Non stop’. Mi arruolarono con tanti altri comici: eravamo tutti sconosciuti”. Vennero spediti “a Torino, ai margini dell’impero”. Il programma cambiò la comicità in tv, basti pensare che “i discografici non mandavano i cantanti in trasmissione…”. Grande merito alla fase creativa che attraversava il regista Enzo Trapani. Non cambiò solo la Tv, ma anche il portafoglio: “E anche le nostre vite: da 150 mila lire a serata passai a 400, 800, anche un milione di lire“.

Nel 1979 partecipò al Festival di Sanremo: “Una follia, nessun non cantante c’era mai andato“. Arrivò quinto: “Mike Bongiorno mi diceva di non cambiarmi e di restare in smoking: ‘Sei momentaneamente terzo!’“. Scese di due posizioni, “non so cosa successe“. Giunsero i fortunatissimi anni Ottanta. Ricevette una chiamata, era Silvio Berlusconi: “Hai visto che ho fatto la tv sul serio? Cosa aspetti a farti vedere?“. Abbandonò la Rai dicendo che l’avrebbero pagato “cinque volte tanto“. E riuscì a pagare “alcuni debiti“. Poi arrivò il mitico “Drive In“.

Enrico Beruschi al Drive In, il ricordo della trasmissione: “Le invenzioni di Greggio, Braschi, Sergio Vastano, Faletti…”

Drive In, l’origine di tutti i mali. La Tv degli anni Ottanta era più semplice, si lavorava di più, bisognava tirar fuori le idee e studiare. Il programma ci mostrava un’Italia non ancora andata in Tv. Soddisfaceva il desiderio dell’italiano normale: dal povero impiegato come me, da quello che pontificava come D’Angelo, le invenzioni di Greggio, Braschi, Sergio Vastano, Faletti…I locali la domenica sera avevano dovuto mettere il grande schermo sennò i ragazzi non andavano a ballare. C’era la voglia di sorridere, l’allegria di fondo. Alcuni ragazzi dicevano: ‘Mamma non me lo lascia guardare’. In fondo per un po’ di tet*e. Se guardiamo cosa c’è adesso in televisione, dove l’intelligenza viene considerata sullo stesso livello del lato B… Ai tempi il prorompente seno era un piacere da vedere“.

Oggi si sente un po’ “dimenticato” dal piccolo schermo. Tuttavia, guardando la Tv, “non mi diverto“. Al Drive In ci regalò tante ore di felicità e spensieratezza. Oggi la comicità è cambiata? “Noi eravamo ragazzi che si erano fatti le ossa in cabaret, con un pubblico davanti. Oggi i pezzi sono studiati prima, a memoria. Diventa difficile anche emergere e continuare. I bravi ci sono ma vengono fuori alla distanza come succedeva con noi dopo anni di gavetta“.

Enrico Beruschi: età, altezza, moglie e figli, vita privata, che fine ha fatto

Oggi Enrico ha compiuto 81 anni, essendo nato il 5 settembre del 1941, a Milano. Enrico Beruschi è alto 1,70 m circa. Di Enrico e della sua vita privata si sa poco e niente. Tuttavia ad oggi, nel 2022, Enrico è stato attivo nel pubblicare un brano, “La Palissia“, per l’etichetta discografica Tilt Music Production, insieme a Margherita Fumero, sua moglie artistica a teatro.