Natalino Balasso è ritenuto da molti un “genio della comicità”, è autore e attore della tv – dalla quale è sparito da un po’ – e di teatro. Da qualche di tempo è scomparso dai radar del piccolo schermo e, in un’intervista rilasciata a Fanpage, l’attore, scrittore e comico ha parlato di tantissimi temi, spiegando anche il motivo del suo cambio di rotta. “Artisticamente ho sempre sentito il peso delle infrastrutture, anche perché ho avuto a che fare con la televisione. E dalla televisione, ti dirò, sono scappato”.

Natalino Balasso: “Ecco perché sono sparito dal piccolo schermo”

Ha usato un termine specifico che ci ha tenuto a precisare: “scappato”. “Il primo motivo:

“La televisione ti chiede sempre la stessa cosa, sempre gli stessi due minuti. Ti costringe a usare lo stesso formato, a diventare una maschera. Che però, attenzione, non è una maschera teatrale, ma televisiva. Fatta di cose abbastanza banali. Ora, io mi sono molto divertito a lavorare in televisione, anche perché ero con amici e c’era un clima piacevole. Artisticamente, però, quelle cose per me non erano niente. Erano cose piccole. E a me non è mai interessato un successo fine a sé stesso. Su un successo, che ti permette di fare quello che vuoi fare e di andare avanti, invece, sono d’accordo. Ma un successo che ti rende famoso non ha mai significato niente per me. Anzi, quando vengo fermato mi dà anche un po’ di fastidio. Insomma, non volevo fare la fine pietosa che fanno molti: diventare la caricatura di me stesso, invecchiando e provando comunque a rimanere lo stesso di venti anni prima”.

L’altro motivo: “Con la tv non c’era modo, per me, di parlare e ragionare”. Come specificato, per un genio della comicità è impossibile esprimersi realmente in pochissimo tempo e soprattutto conformandosi ad un linguaggio specifico. “Non dico che per dirigere, in televisione, ci sia bisogno di essere stupidi. Ma sono sicuro che aiuta. Chi dirige la televisione non è stupido. A volte, però, è costretto a comportarsi come tale”.

E poi, incalzato dal giornalista, l’attore approfondisce: “Lì non è possibile che un’idea artistica debba superare così tanti scalini per vedere la luce”. E non basta, perché, anche una volta promossa, “viene talmente masticata e stravolta, da essere irriconoscibile”. Lui era stufo di questi artefatti, ama la tv-verità e per questo ha capito che di tv ormai c’era rimasto poco e ha optato per un altro schermo.

Ben più piccolo ma molto efficace: quello di Youtube. “Che ora è già stato superato: si è trasformato, in un certo senso, nella grande tv generalista”. Ma ci tiene a fare un appunto: “Devo dire in questo modo funzionano solo le cose piccole. Il cinema ha bisogno di spazi e strutture molto più grandi, a partire dalle stesse sale”.

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