Iva Zanicchi cavalca la polemica mossa dall’attore Christian De Sica, qualche settimana fa in merito all’ostentazione continua di cattivo gusto degli influencer, che mancano continuamente di classe e umiltà. Infatti alla testata Adnkronos, la nota cantante ha tuonato contro gli influencer l’ostentazione fuori luogo del lusso: “Capisco che esistano gli influencer e lo trovo anche giusto perché siamo in un’epoca in cui i social sono diventati la normalità. Però l’ostentazione la trovo davvero di cattivo gusto”. Infatti, Iva Zanicchi ha aggiunto, raccontando di quando, in tenera età, sua madre le raccomandava di non di vantarsi mai con gli altri, perché ci sono persone meno fortunate nel mondo: “Noi eravamo poveri e mia madre quando andavo a scuola con le scarpe nuove mi diceva: ‘Non devi vantartene, mi raccomando”. “Capisco che la gente sogna di diventare come loro, di salire sugli yacht o di avere le ville al mare, ma questa ostentazione continua non la trovo di classe. I miei genitori mi hanno insegnato di non far pesare agli altri ciò che si ha perché ci sono persone meno fortunate di te che arrancano e che non arrivano alla fine del mese.

Christian De Sica

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La polemica di Christian De Sica

Il 16 agosto, il noto attore Christian De Sica è intervenuto per primo sul suo profilo Instagram, accendendo una polemica contro gli influencer, ormai diventati monotoni nel postare i soliti contenuti scontati e totalmente privi di interesse: “Ma certe persone non si sono rotte le pal*e di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i tuffi?”. E aggiunge: “Ma possibile essere diventati così cafoni?”. Dopo l’intervento fatto dall’attore romano, ha risposto il suo collega Massimo Boldi, spiegando che nei loro film si raccontava “un’Italia cafona”: “Cafoni? Sono completamente d’accordo, lui parlava soprattutto del comportamento delle nuove generazioni”. E continua: “Noi? Era solamente cinema. Noi raccontavamo un’Italia cafona, la estremizzavamo. I bambini per mangiare a casa devono avere davanti il telefonino per i cartoni animati…”.