Nel luglio del 1992, Franco Franchi alla trasmissione “Avanspettacolo“, varietà di Rai 3, ultima puntata della stagione:
“Io chiedo scusa a tutti quanti perché in questo momento state vedendo tanta bellezza…”, esordì così Franco Franchi nel monologo su Rai Tre. “Non si poteva chiudere questo spettacolo senza la mia presenza. Dico questo perché ci tenevo molto. Dopo tutto quello che è stato detto, la gente è un po’ confusa. E allora bisognava venire qui e dare questa testimonianza a tutti quelli che ci hanno sempre amato, seguito, sostenuti. Siete voi. Siete voi!”, applauso scrosciante del pubblico.
“Ancora sono un po’, diciamo, deboluccio. Avrei voluto lavorare, ma non appena ho detto che volevo fare qualcosa a momenti me ne tornavo al San Paolo…”
Interviene l’amico e collega Ciccio Ingrassia: “Scusa, quale San Paolo. Quello o questo?”, indicando in alto ed in basso con la mano, simboleggiando il cielo e la terra.
Dito in su di Franchi: “No quello…”.
Ciccio: “Ah, appunto“.
Franchi: “La gente si chiede: ‘Ma cosa ti è successo’. Secondo me è stato un brutto sogno. Perché mi sono trovato in una zona imprecisata del cosmo. Mi sono ritrovato di fronte una scalinata infinita, dove c’erano delle luci accecanti. Io volevo salire queste scale perché vedevo che c’erano delle persone lassù, mi volevo informare. Solo che tutti quelli che c’erano lì, non appena m’hanno visto mi hanno detto: ‘In coda! Si metta in coda! Vadaaa, in coda!’. Io dicevo: ‘Ma in coda dove…’.
Venne un vecchietto con questi capelli meravigliosi, bianchi, con una carpetta, e mi chiese: ‘Ma lei che ci fa qui’. Dico: ‘Io per dire la verità, non lo so’. Mi dice: ‘Aspetti un momento’. Apre la cartella, guarda, e dice: ‘Mi dispiace, ma lei qui non c’è’. Dico: ‘Ma può darsi che faccio parte di qualche altro girone’. Risposta; ‘No no, guardi. Perché qui c’abbiamo tutto: lei qui non c’è. Quindi ci lasci lavorare in pace e se ne vada da dove è venuto. Se ne vada! Se ne vadaaa!“.

Eroe in patria, nella sua Palermo non è mai uscito dal cuore dei concittadini: era un buono, artisticamente sottovalutato, mai dimenticato. Franco era l’artista della gente, del popolo. Proveniva da una famiglia poverissima, era il quartogenito di ben 18 figli. Per mangiare di più di fratelli e cugini, raccontò di salare oltremodo le loro pietanze di legumi così che mangiassero di meno, a suo vantaggio. Lasciò la scuola alle elementari, che non completò, per lavorare come muratore insieme al papà. Restò nella città natale anche quando i genitori emigrarono per cercare fortuna. Fece l’artigiano, fu garzone in pasticceria e facchino alla stazione. Per sopravvivere non si faceva mancare anche alcuni furtarelli.
Agli inizi degli anni ’50 conobbe quello che sarebbe stato il suo partner artistico di sempre, Francesco Ingrassia, detto Ciccio, attore in una compagnia teatrale. Insieme hanno realizzato la bellezza di 132 film, principalmente negli anni Sessanta. Sebbene il pubblico li acclamasse, la coppia non riscosse lo stesso successo nei confronti della critica che li snobbava. Con i ben ventidue film realizzati nel 1964 incassarono il 10% dei proventi di tutta la filmografia italiana in quella stagione (e non accadde solo in quella stagione). Si parla di una cifra di quasi 7 miliardi e mezzo.
Franco Franchi: età e causa della morte, malattia e ultima apparizione televisiva, tomba

Durante le registrazioni di “Avanspettacolo“, programma trasmesso su Rai 3 tra luglio e settembre del 1992, l’attore venne colpito da un attacco cardiaco e fu ricoverato in ospedale. L’apparizione citata nell’articolo risale all’ultima puntata del varietà Rai. Franco Franchi è debilitato a causa della cirrosi epatica. Non si tratta dell’ultima apparizione televisiva perché fece in tempo ad eseguire la canzone “Tre briganti e tre somari” a ottobre dello stesso anno, in una puntata di “Domenica In“, insieme ad Alba Parietti e all’amico di sempre, Ciccio Ingrassia. Era il mese di ottobre, l’attore ci lasciò il 9 dicembre nella clinica Villa Mafalda di Roma. Oggi Franco riposa nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo.
Dopo la morte dell’amico e collega, Ciccio non riuscì più ad avere costanza nei suoi lavori. “È andato via un fratello” disse il giorno del funerale. Durante la loro carriera hanno anche litigato: Ciccio diceva che Franco era megalomane e quest’ultimo riteneva il collega arrogante. Ingrassia era ambizioso e avrebbe preferito esibizioni artistiche più ponderate, prediligendo la qualità alla quantità.
Giampiero, figlio di Ciccio, spiegava come per il papà gli stimoli venissero sempre meno dopo la scomparsa dell’amico con il quale litigò pure, e si riappacificò in diretta, coadiuvati da Pippo Baudo. Per Ciccio, Franco è stato “il compagno di una vita professionale movimentata, vissuta insieme nel bene e nel male“. Insieme hanno “sofferto la fame” e “litigato su come porgere una battuta“. Litigavano tanto, “sembravamo Liz Taylor e Richard Burton: ci siamo separati più volte, pur sapendo che sul palco non potevamo fare a meno l’uno dell’altro“.