“…e comunque a me non si resiste“, così Umberto Smaila in una intervista rilasciata al Corriere quando gli viene chiesto se davvero quella volta “in un affollatissimo Downtown Cipriani di Manhattan” tutti, compresi “l’agente dei Rolling Stones e una spia del Mossad“, ma anche “con Jennifer Lopez e Puff Daddy a due tavolini da me“, si unirono a intonare “il ritornello degli ombrelloni“.
“Ma sì” dice “quello che fa ‘per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare‘”. Umberto ribadisce che quello fosse un vero 007 “uguale identico a quelli dei telefilm“: un tipo “impassibile” dall’aspetto “stempiato e abbronzato“. Prima ancora “dal nulla intonai un poderoso ‘all’alba vincerò...'”.
Lo fecero davvero tutti, tuttavia “non credo che né lui“, lo 007 israeliano, “né nessuno dei presenti avesse bevuto proprio gazzosa“. Ma lui è così, Umberto, con il suo “potere demiurgico“, capace “persino, che so, al club dei mangiatori di anguille” di ravvivare l’atmosfera: “partono freddini e poco dopo fanno i trenini“.
Gli inizi
Sin da piccolo gli venne riconosciuta “una attitudine artistica“. Fu la maestra delle elementari a segnalare ai genitori di Umberto le sue capacità. Aveva solo 10 anni e già suonava Chopin. “Fui iscritto al corso di dizione e recitazione” e in seguito “a quello di pianoforte e solfeggio“. Umberto era “il classico nipotino che veniva messo sulla sedia per recitare le poesie“.
I periodi delle scuole erano già un’antifona “ero il primo della classe“, proprio lui, quel “bambinone con il fiocco azzurro e il colletto bianco“. Ai tempi era già chiaro che aveva qualcosa di speciale “prendevo sempre dieci” tuttavia crescendo “sono peggiorato“.
Il papà e la mamma di Umberto Smaila
Il padre di Umberto era un fabbro e “costruiva ringhiere e cancelli” in compagnia dei fratelli, “i tre Smaila emigrati da Fiume“. Lui osservava il papà “battere il ferro con quel freddo e mi faceva compassione“. Aveva “due manone grosse così” a causa dei “geloni“, quindi ogni carezza la ricordava per bene “pareva un orso buono“. Il papà era un “ex sassofonista” di nome “Guerrino, perché era nato nel 1915“.
La mamma di Umberto era Giuseppina Mery Nacinovich, morta pochi mesi fa, una perdita dolorosa per l’attore. Aveva 95 anni e i due erano molto legati. Giuseppina era una maestra e dopo la sua scomparsa il figlio l’ha ricordata così “sono lacerato dal dolore, annuncio la perdita di una persona immensa, lei era il mio faro“.
L’adolescenza
Umberto girava a Verona con i capelli color argento. Era “la Verona di fine anni Sessanta“, una “Liverpool italiana” e Umberto era “il tastierista dei Killjoys“. L’idea di spruzzarsi “una laccaccia argentata comprata dal ferramenta” in testa fu del “proprietario del locale in cui si andava a suonare“. Una “trovata per distinguerci da un’altra band con i capelli verdi“. Al tempo sfrecciava per la città con i capelli dipinti d’argento sulla sua Lambretta “purtroppo senza casco perché non si usava” vergognandosi “come un ladro“
I Gatti di Vicolo Miracoli
Nel 1971 nacque il gruppo cabarettistico e musicale “al liceo classico Scipione Maffei” di Verona che Smaila frequentava insieme a “Ninì Salerno e Franco Oppini. “Jerry Calà, più piccolo di un anno, lo abbiamo ripescato più tardi“. Nel periodo in cui “già studiavo Giurisprudenza all’università” dove scelse “con cura tutti gli esami più facili“.
Gli studi si fermarono a “quindici” esami. Tuttavia “prima siamo passati per Roma“, il gruppo doveva essere scritturato “per una serie di spot sull’educazione stradale del ministero dei Trasporti“. Si presentarono per i provini a casa di funzionari della Rai “in calzamaglia nera, tipo I Gufi” e “non se ne fece niente“. Poi “Cino Tortorella” che fu decisivo per “la svolta“.
“Ci invitò nella sua villa di Milano a cantare qualche canzone“. Dunque prima “ci portò a mangiare” e “poi al Derby“. E fu bellissimo dopo essere stati “letteralmente buttati sul palco, la gente si divertì“. Il compenso fu di “5 mila lire a testa” che sarebbero diventate “10 mila” dopo l’invito del proprietario a scrivere “qualcosa di nuovo“. “Restammo due mesi chiusi in casa“.
Smaila: Diego “addetto alle luci” e Jerry Calà “comprava solo macchine a prezzi stracciati“
Quindi i ricordi dei “momenti irripetibili, con Paolo Villaggio, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, mostri di bravura” e con Diego Abatantuono come tecnico delle luci “avrà avuto diciassette anni” e non aveva voglia di studiare. “Il suo massimo compito era premere un pulsante“. Tuttavia “sarebbe stato anche il nostro autista” se si fosse deciso a prendere la patente, “perciò guidavo io“.
Quindi era seduto davanti con Diego “perché eravamo i più grossi” e “gli altri tre si schiacciavano sul sedile di dietro del catorcio di turno“. L’addetto all’acquisto era sempre Jerry e “sempre a prezzi stracciati” e di conseguenza “regolarmente si fondeva il motore“.
Umberto Smaila: il successo a “Non stop – Ballata senza manovratore”
Dunque il successo in tv con il rivoluzionario programma di Raiuno, quando l’emittente era in fase sperimentale con “Non stop – Ballata senza manovratore“.
Una trasmissione che dava spazio al talento puro e all’intrattenimento senza sosta. “Di nuovo fu merito di Mago Zurlì” ovvero Cino Tortorella, soprannominato come il personaggio televisivo che ha ideato e interpretato. “Vivevamo in una specie di comune di artisti in via Venini, a Milano“. E fu proprio Mago Zurlì a chiamarlo come ospite “nel suo programma per ragazzi“.
Furono notati “dagli agenti di Pippo Baudo, Gentile e Marangoni, che ci presero nel cast assieme a Massimo Troisi, Enzo Decaro e Lello Arena, ai Giancattivi, a Carlo Verdone, a Gaspare e Zuzzurro, si girava a Torino“. Proprio Carlo Verdone aveva ricordato come Smaila fu il primo a credere nei suoi mezzi. Descrivendo Umberto, l’attore romano diceva “era spiritoso e tirava su il morale a tutti“.
Per Verdone era una persona pulita “non sentiva invidie o gelosie” e sostanzialmente fu il suo “antidepressivo“. Smaila conferma che “con Verdone si faceva comunella“. Umberto gli provava i pezzi in camerino e lo consigliava. “Diventerai il nuovo Sordi” gli disse. “Io? Ma che stai a di’?“, rispose Verdone all’epoca.
La separazione tra Jerry Calà e Umberto Smaila e gli anni di silenzio tra i due
Quindi si arriva a quel 1981, anno della separazione con Jerry Calà. Quando gli viene chiesto se il silenzio e i rapporti freddi degli anni seguenti tra i due fossero stati segnati dal rancore, Umberto dice immediatamente “leale“. Perché “ci eravamo giurati una sorta di eterno amore, fu una pugnalata“. Successivamente “mi capitò la stessa cosa e lì ho capito che quando il treno passa, ci sali“.
In seguito i due si sono chiariti “e adesso ci sentiamo tutti i giorni“. Per la prossima Pasquetta “ci ritroveremo noi quattro al solito ristorante di Verona“.
Umberto Smaila: Colpo Grosso su Italia 7 “le videocassette in un cassetto di Putin“
Nel 1987 andò in onda per quattro stagioni il programma con gli spogliarelli delle ragazze Cin Cin “non mi aspettavo un successo del genere“. Se lo avesse saputo avrebbe firmato “un altro contratto“. Girarono “800 puntate” e “fu venduto in tutto il mondo e replicato per 18 anni“. Una magia: “passava il tempo e io restavo sempre giovane“. Anzi “un miracolo“, dice Umberto al Corriere.
Il programma scandalizzò l’Italia femminista ma per Umberto l’indignazione giungeva perlopiù dai “benpensati, i codini, i borghesi, però lo guardavano eccome“. Tuttavia “conservo religiosamente le recensioni entusiaste di Beniamino Placido e Oreste Del Buono“. Una sbandata per una Cin Cin? “No, guardavo e basta, ero già sposato e padre“.
Tuttavia non c’era tempo: erano poche le pause “per socializzare“. Giravano “quattro puntate al giorno, mi facevano un male i piedi, avevo di quei calli…“. Poi l’aneddoto con Mikhail Gorbaciov “si fece mandare le videocassette in albergo e credo che se le sia portate al Cremlino, forse in un cassetto di Putin“. Smaila ha anche raccontato di come il programma fece infuriare il presidente americano Reagan e stesse per spingere Gheddafi a bombardare Lampedusa.
L’incontro con Elton John e James Brown
Era il 1993 e durante la trasmissione “Buona Domenica su Canale 5 con Jerry Scotti e Gabriella Carlucci“. Elton John “era il mio idolo, mi buttai in ginocchio davanti a lui” che “si inginocchiò con me“. “Ancora oggi conservo la foto con un santino di Padre Pio“. Tra i celebri incontri quello con James Brown che “cantò ‘I feel good‘ solo per me“.
L’era Smaila’s con musica dal vivo: 10 locali nel mondo tra i quali Poltu Quatu, Porto Rotondo, Tropea e Sharm el Sheikh
Quindi “nel 1991 a Poltu Quatu, in Sardegna” aprì il primo locale di musica dal vivo nelle fantasmagoriche serate vip di intrattenimento. Proprio lì dove duettò con Silvio Berlusconi in cui “fece un recital alla Aznavour” e cantarono in duetto “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero.. Di recente “è tornato allo Smaila’s di Porto Rotondo” portandogli in dono delle cravatte.
“Chi non lo conosce non sa che tipo è. Straordinario“. Umberto si dice “estremamente grato, mi ha dato da lavorare“. Oltretutto un amore rinforzato dalla condivisa passione per il Milan “come presidente” è stato “indimenticabile“. Infine “Silvio è Silvio” se occorre “io ci sono” per lui e “so che lui c’è per me“. Poi aprì lo Smaila’s “di Sharm el Sheikh e quello di “Tropea“.
Umberto ha fatto da Cupido “per Francesco Totti e Ilary Blasi” e per “Simona Ventura e Stefano Bettarini“. Tra i ricordi un “insospettabile ballerino” come “Niki Lauda“. E poi quella volta con Mike Tyson, aneddoto sul quale è tornato di recente. Cantarono in duetto “My way” ma probabilmente il campione dei pesi massimi “aveva mangiato spaghetti alle vongole con un chilo d’aglio” e “mamma mia, stavo svenendo“. Lui “aggrappato al suo braccione” soffrì “in silenzio“.
Umberto Smaila: vita privata, età, Instagram, dove abita e patrimonio
Umberto ha 71 anni e tra i prossimi mesi è prossimo ai 72: è nato il 26 giugno del 1950. Il suo Instagram è @umbertosmailaofficial e ha un account di oltre 30 mila follower. Di recente Smaila ha lamentato l’incombenza di una sua personale crisi economica dopo le restrizioni degli ultimi anni a causa della pandemia da Covid-19.
Umberto ha parlato nei dettagli svelando anche come cercherà di restare a galla vendendo una delle case di sua proprietà e dedicandosi ai locali notturni Smaila’s.
Umberto Smaila moglie e figli
Umberto è sposato dal 2008 con Fanny Minati, dieci anni in meno del marito e due figli per la coppia: Roy e Greta. Umberto ha altri due figli avuti dalla sua precedente relazione: Rudy e Giorgia. Si sa ben poco di Fanny, la coppia vive la sua relazione sentimentale all’insegna della riservatezza.