Il nuovo responsabile del Settore Tecnico Arbitrale, ha ribaltato il verdetto dell’arbitro e del VAR sul rosso a Bartesaghi in Milan-Lecce
Nel corso della sesta giornata del campionato di Serie A c’è stato un episodio che ha fatto parecchio discutere: ovvero l’espulsione di Bartesaghi, da poco entrato in campo in Milan-Lecce. L’entrata del giovane milanista, infatti, è stata valutata dall’arbitro Zufferi come grave e sanzionata con il cartellino rosso per il rossonero.
Rivedendo le immagini però si nota come il 18enne prima colpisca nettamente la palla e poi la caviglia del difensore leccese. Un colpo duro ma non durissimo, che aveva fin subito mosso qualche dubbio sul rosso ricevuto.
L’episodio è stato poi visionato e analizzato da Open VAR su DAZN. Ed è proprio in questo contesto che l’AIA, attraverso la spiegazione di Antonio D’Amato, responsabile del Settore Tecnico Arbitrale, chiarisce come in realtà l’intervento del milanista sia invece da giallo. “In questo caso abbiamo due chiavi di lettura. Una è dell’assistente, è lui che dice “fallo e giallo”, e quella dell’arbitro, che vede dall’altro lato, e va direttamente col rosso.”
D’amato sottolinea come sia Zufferi che VAR avrebbero dovuto dare a Bartesaghi solo un giallo. Negli studi di DAZN c’erano anche Stramaccioni e Ferrara, in totale accordo con D’Amato. Quest’ultimo poi spiega cosa abbia spinto il direttore di gara a espellere il 18enne milanista. “Perché vede la velocità, una gamba ben distesa e un piede a martello che va a colpire. Questo tipo di intervento, nonostante sembri che possa configurare i criteri del grave fallo di gioco, ha due esimenti che dobbiamo discriminare per derubricarlo a intervento meramente imprudente”.
“Lui gioca il pallone prima di arrivare sull’avversario.” Aggiunge D’Amato. “L’impatto avviene con un punto di contatto piuttosto basso, altro elemento che va preso in considerazione. Per cui riteniamo che il provvedimento disciplinare più appropriato in questo caso era l’ammonizione”.
