L’Agenzia Mondiale Antidoping, Wada, ha fatto ricorso contro l’assoluzione di Jannik Sinner dello scorso agosto per il caso doping
È tutt’altro che chiusa la vicenda per doping per Jannik Sinner: l’Agenzia Mondiale Antidoping (o Wada), infatti, ha presentato ricorso al Tas di Losanna per il caso Clostebol, chiedendo la squalifica del tennista italiano “per uno o due anni”. L’ente che si occupa di controllare che gli atleti non facciano uso di doping nelle competizioni ufficiali, ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui dichiara di volersi appellare contro l’assoluzione di agosto. Mese in cui l’altoatesino fu scagionato dall’Itia (l’International Tennis Integrity Agency) per assenza di “colpa o negligenza”.
Sinner, infatti, risultò positivo nei controlli antidoping del 10 e del 18 marzo nel corso del torneo di Indian Wells. In entrambi i casi nel sangue del tennista era stata riscontrata la presenza di Clostebol, uno steroide anabolizzante che aumenta e migliora le prestazioni.
Il comunicato ufficiale della Wada
“L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) conferma che giovedì 26 settembre ha presentato ricorso alla Corte arbitrale dello sport (TAS) nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, il quale è stato ritenuto esente da colpa o negligenza da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) essendo risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024.” Si legge nel comunicato ufficiale.
“La WADA ritiene che la conclusione di ‘nessuna colpa o negligenza’ non sia corretta ai sensi delle norme applicabili.” Continua la nota. “La WADA sta chiedendo un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La WADA non sta chiedendo la squalifica di alcun risultato, salvo quello che è già stato imposto dal tribunale di primo grado. Poiché la questione è ora pendente dinanzi al TAS, la WADA non rilascerà al momento ulteriori commenti”.
Una doccia fredda, insomma, per il campione italiano che dovrà convivere con la minaccia della squalifica mentre è a Pechino a difendere il titolo vinto l’anno scorso. Tuttavia l’altoatesino potrà contare su argomentazioni valide, ma soprattutto solide, supportate da testimonianze di collaboratori e medici che dovrebbero facilmente scagionarlo. Testimonianze per giunta che sono state alla base per l’assoluzione di agosto.