Resterà per tutti e per sempre il Libanese, e questo può fare piacere ma è stato il motivo della depressione di Francesco Montanari, che ne ha parlato in quasi due ore di intervista al podcast di Daniele Rielli
Francesco Montanari ha parlato di tantissimi temi nelle quasi due ore di intervista rilasciata a Daniele Rielli per il suo podcast: si parla del lavoro attuale a teatro, del calo dei riflettori sulla sua figura, la depressione conseguente. “Fai un ruolo, non 26, uno. L’ottavo re di Roma. Addirittura, l’altro legittimo re di Roma, Totti, che mi fa i complimenti. Mi chiama ‘collega’”. Poi, “a un certo punto nessuno ti chiama, neanche a fare un provino. Ma come è possibile? Non che uno si aspetta che mi vengano offerti film o serie, ma neanche un provino? E non un giorno, anni! Due anni”. Non solo, anche il Twitter di Papa Francesco, una volta, lo menzionò.
Com’è cambiato il mondo del Libanese? Sì, il personaggio che gli è rimasto incollato addosso, indelebile. Francesco Montanari ne parla apertamente: “Credo di essere stato depresso”. Perché è passato dalle stelle alle stalle senza aver sbagliato nulla. Lo conferma il premio come miglior interprete maschile all’edizione 2018 del Cannes International Series Festival per “Il cacciatore”, ottenuto dieci anni dopo il risultato di Romanzo Criminale. Quando aveva 23 anni ed era già all’apice: “Ho iniziato subito forte”. Entrò nell’immaginario collettivo con quel ruolo.
Un risultato strepitoso. Forse anche troppo. Perché nell’intervista rilasciata a Daniele Rielli, nel suo podcast, ricaricata su Youtube, Montanari spiega proprio il fatto di sentirsi emarginato dallo show-biz. Fa strano no? Proprio lui che insieme a Vinicio Marchioni, Alessandro Roja e tanti altri personaggi di spicco della serie, sono stati i rappresentanti precursori della serialità che viviamo oggi. Durante le quasi due ore di chiacchierata, Montanari ne parla a più riprese. L’oblio non è stato bello. Soprattutto l’impatto immediato sulla sua figura, mai cambiato per chi lo incontra per le strade di Roma specialmente. Ciò che è cambiato è la considerazione professionale nei suoi confronti. Ma per quale motivo? Un motivo che prova a spiegarsi lo stesso attore.
“Tu stai parlando con uno che professionalmente parlando, a 23 anni, a torto o ragione, la sua faccia è diventata un’icona. Ricorderò sempre bancarelle a Palermo dove c’era: il Padrino, Marlon Brando, io accanto. Quella roba, a livello psichico, per me è stata devastante”. Non è mitomania, ma “sai, a 23 anni”.
“Mi tiravano le mutande addosso, ero all’apice. Poi l’oblio. E una volta uno sceneggiatore mi mandò su tutte le furie”
Andava in giro “e mi tiravano le mutande addosso”. Per strada, ancora oggi in realtà, viene fermato e ringraziato per il contributo che ha dato alle serie tv, a raccontare una storia. Sì, le critiche post-produzione furono forti: il pubblico e il giornalismo non erano abituati ad osservare la storia dal punto di vista dei criminali. Ma l’emarginazione totale è strana.
“Dopo 10 anni di gastriti, ernie iatali, faccio ‘Il cacciatore’, Lodovichi insieme a Marengo mi prendono, prima edizione, vinco Best performance vicino a Jared Leto, l’attore di Dexter, tantissimi. Io ho vinto davanti a tutti loro che per me sono top level, serata degli Oscar, mi fanno: ‘Congratulations’. Torno in Italia, non mi si in*ula nessuno. Non mi chiama nessuno. Mi dico: ‘Non è strano?'”.
Perché è sparito dai radar? “Io mi metto sempre in discussione, so di avere un volto particolare. So di avere un volto poco rassicurante, però francamente detto ciò non so il motivo. La gestione degli agenti vari che ho incontrato? Uffici stampa? Me per primo? Tutto può essere”. Forse le esigenze di mercato? Prova a chiedere il conduttore del podcast. “Probabilmente”. Per fare un esempio dell’errore alla radice nel cinema di oggi, l’attore racconta un aneddoto: “Una sera, con la moto, avevo il giacchetto di pelle, arrivo in questo locale e incontro questo sceneggiatore e mi dice: ‘Io ti darei pure altri ruolo, ma se vai in giro con la moto e il giacchetto di pelle, che devo fare?'”.
Incalza la rabbia di Francesco: “Dovrebbe essere radiato. Sicuramente è un discorso personale ma devi essere radiato perché vorrebbe dire che hai la fantasia di un ottuso”. Oggi Montanari si diletta a teatro, dove le cose sembrano andare meglio dopo la pandemia. “Ora c’è una grande occasione, sta a noi non farcela sfuggire”.