Era il 6 settembre del 1970 quando sulla Rai veniva trasmessa, per la prima volta, la serie televisiva di “Pippi Calzelunghe“. Sono passati 53 anni in Tv ma anche ben 77 in libreria. Infatti il telefilm si basa sul personaggio nato dalla penna svedese di Astrid Lindgren, con l’omonimo romanzo per ragazzi.

La serie, amatissima, è composta da 13 episodi e rese celebre l’attrice Inger Nilsson, allora una bambina di 10 anni. Il personaggio nacque già nel 1941, quando la scrittrice svedese inventava storie alla figlioletta Karin prima che si addormentasse. In ogni storiella c’era questa bambina “dai capelli arancioni e con le lentiggini“. A dare realmente vita al personaggio fu però una caviglia slogata che costrinse Astrid a letto. Fu l’occasione, nel 1944, di scrivere il celebre personaggio letterario, e televisivo poi.

Pippi è ribelle, anticonformista, è indipendente e non ama le regole. C’è chi ha definito il personaggio “diseducativo“, come dissero in Svezia. Perché, secondo le critiche, il personaggio protagonista della serie viveva senza il controllo dei genitori e e non rispettava le regole, trasmettendo messaggi sbagliati ai bambini. Al contrario, però, Pippi rappresentava il simbolo femminista (sebbene non fosse nelle intenzioni di Astrid Lindgren) e il personaggio si ispirava ad alcune teorie pedagogiche risalenti agli anni Trenta.

La scrittrice Astrid Lindgren, ideatrice di Pippi Calzelunghe, scrittrice del romanzo

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L’adattamento cinematografico e i personaggi

Di Pippi Calzelunghe sono stati prodotti anche due film distribuiti in Svezia negli anni Settanta: “Pippi Calzelunghe e i pirati di Taka-Tuka” e “Quella strega di Pippi Calzelunghe“. Nel 1988 è uscito “Le nuove avventure di Pippi Calzelunghe” e 9 anni dopo “Pippi Calzelunghe“, di Michael Schaack e Clive A. Smith. Tra i personaggi della serie, oltre a Pippi, c’è la sua migliore amica e vicina di casa, Annika Settergren, e il fratello maggiore e migliore amico di Pippi, Tommy.

Poi ci sono il cavallo Zietto e il Signor Nilsson, ovvero la scimmietta di Pippi (scimmia scoiattolo). Senza dimenticare i signori Settergren, la mamma e il papà di Tommy e Annika, o la coppia di ladri che cerca, invano, di rubare il baule di Pippi, Donner-Karlsson e Blum. Nella serie ci sono anche Kling e Klang, i due poliziotti, e la zia Prusselius, quest’ultimo personaggio assente nel romanzo ma ideato per l’adattamento televisivo. Proprio l’attrice che interpretava Prusselius creò qualche grattacapo al set poiché si presentava spesso in condizioni di lucidità piuttosto discutibili (probabilmente a causa del consumo di alcol). Si tratta di Margot Trooger.

La sceneggiatura della serie, frutto di una coproduzione tra Svezia e Germania dell’Ovest, la scrisse Astrid stessa in collaborazione con Olle Hellbom. Scelse di farlo in prima persona in quanto poco soddisfatta dell’adattamento cinematografico del 1949 (“Pippi Långstrump“, prima trasposizione cinematografica del romanzo).

Ecco che fine ha fatto l’attrice Inger Nilsson, interprete di Pippi Calzelunghe: la sua opinione sulle critiche e il ricordo dell’amicizia con Astrid Lindgren

Inger Nilsson oggi a 65 anni

Quando il libro divenne famoso – raccontava qualche anno fa – in Svezia c’era chi sosteneva che non si dovesse leggerlo perché era diseducativo“. Le critiche si moltiplicarono con l’uscita delle serie Tv: “Si biasimava il fatto che la televisione portasse nelle case un personaggio che, come nel romanzo, rappresentava un esempio negativo per i bambini. Non ho mai condiviso questa concezione“.

Pippi le ricorda Greta Thunberg perché ne è “l’antesignana” e questo le piace. E poi “entrambe sono svedesi, hanno le trecce, non hanno paura di dire la loro di fronte agli adulti che magari non capiscono“. Tuttavia l’intento della scrittrice Lindgren “era soltanto quello di intrattenere i bambini, non di fare politica o di proporre una visione sociale“. La tendenza di oggi è quella di “leggere troppo tra le righe“, atteggiamento che porta a “individuare significati reconditi che non penso ci siano“.

Ci sono anche accuse di razzismo, in particolar modo per il volume e per il modo in cui il padre di Pippi definisce la tribù dei Cip-Cip. Il ministro tedesco Kristina Schröder annunciò, 20 anni fa, l’intenzione di addolcire alcuni concetti discriminatori presenti nel romanzo. Inger conosceva bene la compianta scrittrice, morta proprio, nel 2002. Era “sensibile e affascinante“. Sul set si faceva vedere “spesso“. L’idea di spostare il set “alle Barbados o a Dubrovnik, in Croazia” furono sue, alternando così le location che altrimenti avrebbe visto solo lo scenario dell’isola svedese di Gotland, facendo risultare l’ambientazione troppo statica.

Il rapporto tra le due era sentito: “Ogni volta che la incontravo mi faceva sentire speciale, al centro dell’attenzione. Sono felice di essere stata sua amica“. L’attrice si meraviglia dell’amore della gente per il telefilm. “La funambolica bambina che ho interpretato ha davvero un afflato universale. Il suo continuo ricorso alla fantasia è la carta vincente. E poi c’è il messaggio che Pippi manda a chiunque: è l’invito, direi il monito, a essere se stessi, a non cedere alle spinte omologatrici. Già i suoi vestiti lo dicono: indossa un abito decisamente originale che si è cucita da sola; le scarpe sono nere ed esattamente il doppio dei piedi; ha un paio di calze lunghe, una marrone e l’altra nera“.

La serie era a colori e questo permetteva di sfruttare meglio il successo ottenuto, ben oltre le più rosee aspettative. Inger ottenne l’apice della popolarità a 10 anni. “Mi fermavano per strada o venivano a suonarmi alla porta di casa“. Era “assediata“. Tuttavia, rovescio della medaglia, da adulta “i registi non mi volevano“. Era troppo associabile a Pippi. Oggi Inger recita in una fiction tedesca, “Der Kommissar und das Meer“, interpretando, dal 2006, un medico legale. Tommy e Annika, interpretati da Pär Sundberg e Maria Persson, stanno bene e si sentono “ogni tanto“: “Entrambi vivono in Spagna“.

Pippi Calzelunghe, il musical, da un’idea di Gigi Proietti

Dal 21 dicembre all’8 gennaio, andrà in scena il musical ideato da Gigi Proietti nella versione italiana di Sagitta Alter e Carlotta Proietti con la regia di Fabrizio Angelini. Spettacolo omaggio a una delle eroine della Tv degli anni Settanta e Ottanta.