Secondo un articolo dello Spiegel, l’Italia è diventata troppo cara e affollata: “80 euro per una corsa in taxi di 5 minuti”

Ci è andato giù pesante uno dei principali giornali tedeschi, lo Spiegel, con un articolo firmato da Frank Hornig e redatto a Noto, in Sicilia, che ha sottolineato quanto oramai sia diventata cara e sovraffollata l’Italia. Nel corso del tempo l’amore del turista tedesco per la patria della Dolcevita deve essersi probabilmente assottigliato vista la descrizione non proprio esaltante di Hornig che ha subito un vero e proprio choc (“Kulturschock”) per la tanta disorganizzazione in cui versa il settore turistico italiano. Per non parlare dell’abissale differenza rispetto alle magnifiche vacanze italiane di un passato ormai lontano da qualsivoglia immaginario del turista straniero. Ormai praticamente “spennato” da prezzi esorbitanti.

L’analisti del giornalista tedesco è spietata. Perché ricorda costantemente quanto il rischio di delusione sia sempre dietro l’angolo. “In Costa Smeralda, in Sardegna, le camere d’albergo vengono vendute per diverse migliaia di euro a notte. Un lettino sulle spiagge toscane a volte costa 500 euro o più al giorno.” Scrive l’editoriale che descrive quanto il turismo italiano oramai sia diventato un lusso per pochi.

A supporto della descrizione non proprio idilliaca del turismo in Italia, ci sono i tanti video dei tiktoker che mettono in evidenzia in rete le loro esperienze negative nel Belpaese. Adoperando spesso l’hashtag “Instagram vs realtà”. Gli aspetti disastrosi secondo loro sono tanti e alla luce del sole: code lunghissime, costi sproporzionati, immondizia ovunque, assenza di taxi. “Devi aspettare il traghetto con più di 30 gradi.” Si lamenta la tiktoker Lexi Jordan durante il suo soggiorno ad Amalfi. Altri invece criticano le “due ore di fila per un bus” o gli “80 euro per una corsa in taxi di 5 minuti.”

Hornig in fine si chiede che fine abbia fatto quella magia del passato. Quella meravigliosa ammirazione che avevano artisti e scrittori teutonici in visita in Italia. È come se il paese di Dante non fosse riuscito a stare al passo con i tempi. A non saper gestire le esigenze del turismo moderno. Un peccato per l’editorialista. Ma anche una speranza di cambiare le cose per i prossimi anni. Per il tedesco e, soprattutto, per l’italiano.

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