Essere belli nella società attuale in molte occasioni è un privilegio: le persone in genere appaiono più gentili e spesso si hanno opportunità che altrimenti rimarrebbero inaccessibili. Tuttavia, tale convenzione sociale negli ultimi tempi è stata messa in discussione dal nuovo trend che sta spopolando soprattutto tra i giovanissimi: l’ugly privilege, ovvero il privilegio di essere brutti. A rendere note le caratteristiche di tale tendenza è stata la tiktoker Sarah.

“Per la maggior parte degli uomini sono brutta ed è un privilegio”

Sarah, infatti, è una tiktoker che fa parte del gruppo dell’ugly privilege. In un recente video diventato virale la giovane ne illustra le caratteristiche. “Quando parlo di ‘ugly privilege’ non dico che penso di essere brutta, ma intendo dire che gli uomini, in generale, non mi trovano attraente. La maggior parte di loro credono che sia brutta e per questo motivo mi lasciano sola, e per me, questo è un privilegio”. Moltissime tra le più giovani, come si evince anche dai commenti del video, sono d’accordo nel ritenere un privilegio essere invisibili agli occhi degli uomini. “Ho preso peso dopo aver partorito e gli uomini ora mi ignorano – racconta un’utente -. Non sento la necessità di perdere perso perché sto così bene. Ero continuamente molestata, non riuscivo ad uscirne”.

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Le critiche all’ugly privilege: “Essere brutti non è la soluzione”

L’ugly privilege (privilegio di essere brutti), tra l’altro, secondo un professionista delle risorse umane, renderebbe addirittura i dipendenti migliori. “Gli impiegati che non rispettano i canoni di bellezza tradizionale sono spesso meno affetti da certi bias. Loro potrebbero essere meno distratti dagli altri e avere un comportamento meno inappropriato, il che potrebbe aiutarle a prestare maggior attenzione sul lavoro, aumentando la produttività”. Tale trend, tuttavia, ha generato anche aspre polemiche da parte di chi ritiene assurdo dover apparire brutto per evitare molestie e sessismo. “Bisognerebbe giudicare le persone per le capacità che hanno”, sentenzia infine un utente.

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