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Che fine ha fatto Dario Hubner? Il bomber: “Sono un pensionato felice”

Dario hubner che fine ha fatto il bomber di provincia anni '90

Che fine ha fatto Dario Hubner? Il bomber rivela: “Non andrò tutti i mesi in vacanza, ma sono un pensionato felice”

Dici “Dario Hubner” e agli appassionati immediatamente verranno in mente i tempi d’oro della Serie A e del calcio italiano in generale. Gli anni ’90, infatti, sono stati un’epoca forse irripetibile che ha visto transitare nel nostro campionato fior di campioni. Tra Ronaldo (il fenomeno), Baggio, Totti, Shevchenko e tanti altri, però, Dario Hubner non ha mai sfigurato. “Tatanka”, come veniva soprannominato all’epoca, è stato per antonomasia il bomber di provincia, capace di segnare 273 reti in carriera e ben 74 giocando con Cesena, Brescia, Piacenza e Ancona. Indimenticabili i suoi 24 gol con il Piacenza nel 2001/2, che gli valsero il titolo di capocannoniere a pari merito con un certo Trezeguet. Eppure, il bomber Dario Hubner, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo è sparito.

Bomber Dario Hubner si racconta: “Sono sparito? Io dico le cose in faccia”

Che fine ha fatto, dunque, il bomber Dario Hubner? Intervistato da “Repubblica” Tatanka ha rivelato il perché del suo silenzio di questi anni. “A quasi 57 anni sono un nonno e un appassionato felice”. Tuttavia, non nega, con un po’ di amarezza, di averci sperato in una chiamata per fare l’allenatore, che però, non è mai arrivata. Hubner, però, ha le idee chiare sul perché questo non sia avvenuto. “Io sono fatto così, dico le cose in faccia, e so di averne pagato il prezzo dopo il ritiro. Fossi stato più ruffiano, ora allenerei da qualche parte. Ho seguito tutti i corsi, teoricamente potrei fare il Ct della Nazionale ma non ho richieste perché non ho accettato compromessi, neanche nelle squadre giovanili. Non posso scegliere soltanto quattro giocatori e vedermi imporre gli altri perché sono il figlio dello sponsor, il cugino del procuratore e il nipote del presidente”.

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Che fa oggi “Tatanka”?

Dario Hubner, dunque, bomber anni ’90 di una Serie A che non esiste più, si gode la sua pensione. “Abito in campagna, a Passarera, un paesino di 350 persone a cinque chilometri da Crema. Piena pianura padana, ci sono gli animali, a 200 metri da me le mucche. A quasi 57 anni sono un nonno e un pensionato felice. Non dico che mi godo la vita perché non vado ogni due mesi in vacanza. Però mi piace pescare con gli amici sull’Adda, andare a funghi e, con la bella stagione, tirar fuori dal garage la moto e organizzare gite: i passi, lo Stelvio, Livigno, una bella mangiata e poi si torna a casa. C’è chi per divertirsi ha bisogno di andare a Las Vegas e chi si accontenta di molto meno”.

Il sogno mai avverato di vestire la maglia della Nazionale

Hubner, dunque, non ha rimpianti, anche se un cruccio rivela di averlo. “A volte ci penso e dico: ma che carriera ho fatto? Bellissima, impensabile. Poi magari quando diventi capocannoniere del campionato, non dico un Mondiale o un Europeo ma una maglia azzurra, anche in un’amichevole che non conta nulla, forse te la sei anche meritata. Venti anni fa vedevo in Nazionale giocatori fortissimi, adesso ci vanno anche ragazzi con 40 presenze in A e allora dico porca puttana, ho sbagliato tempo”.

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