Una manager senza figli si è licenziata dal lavoro perché stanca di sostituire le mamme durante le feste di Natale

Samantha Walsh, una manager 48enne senza figli che ha lavorato ogni giorno di Santo Stefano negli ultimi 20 anni, ha deciso di licenziarsi perché stanca di sostituire sempre le mamme durante le feste. Quella della donna è una lettera a cuore aperto inviata al Daily Mail per sensibilizzare altre come lei su un tema per lei decisamente importante. Ovvero il bisogno di dare risalto e tempo anche alle persone che non hanno figli.

Il giorno della vigilia di Natale dell’anno scorso sono uscita dal negozio di cui ero manager alle sei di pomeriggio.” Scrive Samantha al tabloid britannico. “Fuori era già buio, e freddo, e dopo aver servito clienti fino alle cinque, io e altre sei colleghe abbiamo passato un’altra ora a mettere via le decorazioni e prepararci per la stagione dei saldi. Sono rientrata a casa alle 7 passate, ho bevuto un bicchiere di vino e mi sono infilata subito a letto. Il giorno di Natale ero troppo stanca per godermi i festeggiamenti, e già sapevo che avrei lavorato il giorno successivo.”

Secondo la manager quello da lei evidenziato non sarebbe un fatto occasionale ma un problema molto più ampio che nella maggior parte dei casi non è affrontato con convinzione. “È così da decenni. Ho iniziato subito a lavorare, dato che non ho frequentato l’università, e ora che ho quasi 48 anni sono circa 30 anni che lavoro nelle vendite, 25 dei quali nell’ambito manageriale.”

“Chiunque abbia lavorato in un negozio a dicembre sa quanto sia difficile, ma c’è un motivo per cui nel mio caso è stato ancora peggio: non ho figli. C’è questa aspettativa per cui le donne che come me non hanno figli debbano compensare in modo che le mamme possano passare il tempo con la propria famiglia.” L’ambiante di lavoro, dunque, si è fatto per lei snervante visto che una buona parte del suo team ha figli.

“Mi dispiace davvero dirlo, ma le mamme sono inaffidabili quando si parla di lavoro. E quando i loro bambini sono malati, possono chiedere un congedo parentale, per legge, e sono io che devo farmi carico del loro lavoro. Quando accade frequentemente, diventa difficile.”

Nonostante il suo negozio andasse piuttosto bene, Samantha a ottobre ha deciso di porre fine ai suoi giorni di nervosismo e si è licenziata. Proprio per evitare di trovarsi un’altra volta a sostituire le mamme del suo team durante le feste.

“So che qualcuno dirà che ho fatto male a buttare la mia carriera al vento, ma non era più soltanto una questione di periodo festivo.” Confessa la manager 48enne. “Piuttosto, avevo perso la speranza a causa della differenza abissale tra l’impegno e la fatica che io mettevo nel portare avanti il mio percorso lavorativo in quanto donna senza figli e l’assenza totale di riconoscimento di qualsiasi tipo ricevuto in cambio.”

Tuttavia Samantha sottolinea che non dev’essere tolto nulla ai genitori, che dovrebbero essere sempre supportati. Ma bisognerebbe sostenere allo stesso modo anche chi non ha figli. “Mio padre è malato, ma sapevo che per questo motivo non mi sarebbe stato garantito un permesso, pagato o meno. Legalmente, puoi avere un permesso solo se il parente in questione è “dipendente” da te e dalle tue cure.”

La donna, inoltre, spiega che anche lei avrebbe voluto essere madre ma le sue tube di falloppio si erano cicatrizzate per via di una precedente operazione. Dunque non è riuscita, nemmeno con cure di fertilità ad avere bambini. “Ma sono orgogliosa di come sono riuscita a ricostruire la mia vita, dopo quel periodo, e ho trovato di nuovo l’amore. E ora che sono vicina ai 50 vorrei darmi una pacca sulla spalla per ciò che sono riuscita a ottenere finora. E godermi ciò che ho anziché pensare a quello che mi manca. Per questo ne ho abbastanza. Io capisco i genitori, cosa dovrebbero fare? È la società che voglio incoraggiare a riflettere in modo da tenere in considerazione chi non ha figli, e supportare anche noi, pensare anche a noi e al valore del nostro tempo.”

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