Lo scorso 17 novembre è stato annullato il viaggio della crociera Life at Sea Cruises: Keri ha perso tutto, casa compresa (che aveva venduto proprio in vista dei 3 anni che avrebbe vissuto a bordo della nave, mai salpata)
A capo dell’agenzia di marketing Clever Lucy, Keri era davvero convinta di aver rivoluzionato la propria vita: vendere la propria casa per vivere in crociera, era questo il suo sogno. Non rappresenta di certo una novità: c’è chi ha fatto questo regalo ai propri figli, un viaggio su un appartamento all’interno della nave per anni di esperienze e tappe in tutto il mondo; qualcuno ha anche optato a questa come soluzione alternativa alla “costosa” casa di riposo.
Storie di persone coraggiose, alcune sin troppo temerarie, un po’ avventate: a volte va bene, altre meno. Nel primo dei casi qui sopra, i figli dei facoltosi donatori avrebbero avuto un bel cuscinetto, protetti dai genitori. Nel secondo, parliamo di due persone anziane che probabilmente avrebbero rischiato anche più di Keri Witman, la donna protagonista di questa storia. Keri rientra sicuramente nella seconda categoria, quella senza lieto fine, a dispetto di tante storie simili. Oltretutto, proprio in questi giorni ha fatto discutere la scelta di un’altra coppia di anziani, propensa a vivere gli ultimi giorni della loro vita in crociera.
Aveva scelto di cambiare drasticamente le proprie abitudini, cominciando dal luogo in cui andava a dormire e nel quale si risvegliava ogni giorno: la casa, che in un certo senso le stava “stretta”. “Ho lavorato gli ultimi otto mesi per mettere tutto in ordine, organizzare la mia vita, in modo da poter realizzare il mio sogno”, ha la forza di raccontare oggi a The Einquirer. Il viaggio di tre anni a bordo della Life at Sea Cruises è stato incredibilmente annullato: sarebbe stato un tour con 148 tappe in altrettanti Paesi, costato 32mila dollari circa. Una crociera di lusso specifica per portafogli belli confi. La mastodontica nave avrebbe attraccato in ben 382 porti: “È stato davvero deludente scoprire dell’annullamento”, ha proseguito Keri, sconfortata.
Il dramma di Keri: ha venduto la casa per un sogno mai realizzato, oggi non sa dove andare
Quando ha scoperto che quel suo sogno non si sarebbe esaudito, il contraccolpo è stato ancora più evidente: ha realizzato di aver perso letteralmente la propria casa, già venduta settimane prima della partenza. Il 17 novembre è la data del disastro: la nave non è mai salpata da alcun porto e lei era senza più nulla. Oggi rinfaccia un po’ agli amici, ai parenti e ai familiari di non aver insistito nel farla desistere da questa scelta avventata.
“Tutti mi hanno detto ‘dovresti farlo’, nessuno me l’ha sconsigliato”. In un certo senso c’è anche un desiderio di ‘deresponsabilizzarsi’ un po’, ben conscia dell’errore di valuazione commesso. Eppure, sebbene sembri una donna avventata, come dicevamo, Keri è a capo di una società di marketing e aveva già organizzato il lavoro di ben tre anni: non sicuramente la testa di una persona poco metodica e razionale.
Inoltre, il lavoro che svolge le avrebbe permesso di lavorare da remoto, senza alcun tipo di problema. Prima del 17 novembre, ovviamente, a rogito fatto, aveva scelto una casa nella quale andare a vivere in affitto, la stessa che si attesta come la sua momentanea salvezza, quantomeno per evitarle di dormire in strada. “Non ho più nulla”, ha spiegato Keri. “Avevo pianificato i prossimi tre anni della mia vita per vivere una vita straordinaria, e ora non ho nulla. Faccio fatica ad andare avanti”.
“Non ho più niente”: la speranza del rimborso
Chissà se il proprietario dell’appartamento nel quale ha temporaneamente vissuto in attesa di quella che sarebbe stata una lunga navigazione sia piuttosto magnanimo da consentirle di avere il tempo di rimettersi in sesto, nonostante l’animo a terra e lo sconforto dovuto anche allo ‘switch’ immediato di prospettive. C’è da capirla, d’altronde, fino a 24 ore prima dell’annullamento del viaggio era diretta verso il suo sogno. Si immaginava già nel suo paradiso. Ma c’è ancora la speranza di intravedere la luce in fondo al tunnel. Certo, almeno per il momento nessuno le ridarà indietro il viaggio dei sogni, né la forza di riprogrammare i prossimi 3 anni: ma l’ipotesi del rimborso del biglietto potrà aiutarla quantomeno ad evitare di vivere in strada.
A guardarla ad oggi, però, è un incubo. Non è l’unica ad aver manifestato disagi per l’annullamento di questa crociera, sebbene si tratti di una navigazione per tasche profonde. C’è chi ci aveva scommesso molto in questo viaggio, non si tratta solo di un rimpianto economico in questi casi, in attesa di capire come e quando la Life at Sea Cruises rimborserà i passeggeri (una bella ancora di salvataggio per la nostra Keri, oltretutto): “Sono molto triste, arrabbiato e perso”, ha spiegato un altro passeggero, sconfortato dall’annullamento della mega crociera. Poteva andar peggio a tutti: bisogna dire che Keri, stavolta, ha imparato una bella lezione di vita.
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