Molti studi sul tema, eppure la pornodipendenza ancora non è stata sviscerata a dovere per via di tanti studi che si contraddicono anche tra loro: attenzione però dinanzi a certi sintomi
Non scopriamo di certo l’acqua calda se sosteniamo che la pornodipendenza è una questione che interessa moltissime persone: è bene prestare attenzione dinanzi alla presenza dei sintomi che leggerete di seguito. Si sa bene che si tratta di un fenomeno molto diffuso, spesso oggetto di studio da parte di esperti e scienziati. Tuttavia, ormai la situazione sembra sfuggita di mano. Siamo nel 2023 e reperire un qualsivoglia contenuto hot è diventato sin troppo semplice. Innanzitutto è bene sapere che secondo lo studio dell’APA, l’American Psychological Association, l’osservazione costante di materiale pornografico potrebbe facilmente rientrare nella sfera della compulsione e non in quella della dipendenza.
Tante ore a guardare porno: compulsione o dipendenza?
Quindi passare ore e ore davanti ai siti porno non è sinonimo automatico di dipendenza. Probabilmente sono i sensi di colpa ad autosuggerirci un problema di dipendenza, ma è un’autodiagnosi decisamente non attendibile. Secondo lo studio c’è tuttavia una spaccatura sulla questione: la dicotomia è tra chi ritiene che il consumo eccessivo di materiale pornografico sia sintomo di dipendenza e chi invece sostiene che siano altri i segnali da tenere d’occhio. Ad esempio l’eventuale spesa eccessiva per accaparrarsi il filmato hot della superstar preferita, passando per l’indulgenza in contenuti per adulti, anche in contesti rischiosi. Tra i fattori chiave, ad esempio, il desiderio di rimandare il “da fare quotidiano” per visionare filmati piccanti. E lo studio analizza anche il comportamento dei giovani, che rimanderebbero i compiti per questo motivo. Per di più sarebbe proprio questo aspetto ad eccitare psicologicamente l’individuo
Si preferisce il virtuale rispetto alla realtà
Uno dei sintomi da tenere d’occhio è quello di preferire il virtuale rispetto alla realtà di un rapporto vero e proprio, con un partner in carne e ossa. Il consiglio è di rivolgersi a professionisti del settore. Secondo altri studi pregressi, pubblicati in altre riviste, si ritiene che la terapia possa essere utile in caso di consumo elevato di pornografia. Parliamo comunque di studi ormai datati, almeno 10 anni. Purtroppo diventano poco attendibili perché 10 anni dal punto di vista tecnologico possono equivalere ad un secolo di scoperte.
Troppe le cose che sono cambiate, a cominciare anche dall’introduzione di nuove piattaforme come OnlyFans, per citarne qualcuna. Gli esperti Reena Parmar e Vincent Egan sostenevano che il tema è troppo poco discusso e l’allarme è inesistente, quando invece meriterebbe molta più attenzione e una terapia è necessaria. Dito puntato soprattutto su chi manifesta compulsioni sessuali o preoccupazioni eccessive per il porno online.
Gli altri studi
Non sono tutti d’accordo però su questa teoria, come abbiamo visto: “C’è un’enorme industria del trattamento che ha bisogno che questa sia una malattia, una cosa che possono far pagare alle persone per curarla”, afferma la dottoressa Nicole Prause, dell’Università della California. Il tema resta comunque molto dibattuto anche tra gli scienziati: alcuni ritengono che faccia male l’eccessiva apprensione per questo tipo di contenuti, altri invece pensano che faccia bene, purché non vi sia un’esagerazione.
Lo studio rivela che i più ‘attivi’ da questo punto di vista sono gli adolescenti e i giovani adulti. Una cosa è certa: anche se la scienza ritiene in alcuni casi che non vi sia nulla di grave nell’adottare un atteggiamento simile, soprattutto ben distante da un allarme di “addict”, d’altro canto si suggerisce comunque una consulenza perché l’uso eccessivo di pornografia può desensibilizzare le persone nella formazione delle percezioni sessuali e sociali.