Alla faccia della cerimonia: si contano quasi più matrimoni che anni di vita per l’ultrasessantenne Abu Abdullah, un uomo che possiamo definire tranquilamente un “abusatore” della poligamia, senza puntare il dito, ci mancherebbe, visto che è una ‘pratica’ più che legale in Arabia Saudita. Tuttavia, 53 è un numero esorbitante per chiunque, altrimenti non sarebbe costantemente intervistato anche dai media locali.
“Il mio matrimonio più breve è durato appena una notte, ma vi assicuro che ho sempre preso la cosa seriamente, optando per cerimonie tradizionali”. Una notte, già diventa tutto più chiaro. Eppure, dopo il primo matrimonio, nessuno prevedeva questa escalation, visto che “andava alla grande” e durava “da tre anni”. Ci pensate? Tre anni con Abu è un record! Poi le cose si sono messe male, o non come pensava e come sperava, quindi il nostro protagonista ha deciso di lasciare la moglie per risposarsi ancora.
Chiaramente, rovescio della medaglia, a tanti matrimoni corrispondono altrettanti divorzi. “Meno uno”, esatto. Perché la speranza che l’ultimo sia quello giusto non muore mai. “Ho sposato tutte queste donne perché ero ancora alla ricerca di quella giusta, oltre che di una personale stabilità emotiva”, ha detto ai media che si sono interessati al suo caso. “Tutto quello che cercavo era un matrimonio che mi rendesse felice”. Beh, una puntigliosissima ricerca della felicità, permetteteci. Al momento è sposato e non prevede di ripetere la cerimonia a breve. La maggior parte delle donne avute erano connazionali, a parte una straniera incontrata durante un viaggio di lavoro. Altro matrimonio breve, durato solo pochi mesi.