Nicklas Bendtner, tra le altre, è stato un attaccante della Juventus, ma la sua vita è stata tormentata e nessun guadagno e successo sul campo sono riusciti a frenare la sua passione per il gioco d’azzardo, per la bella vita. Quella mondana, ma da film: poco genio e tanta sregolatezza, purtroppo. Amatissimo sul campo sin da quando a 19 anni mosse i primi passi con la maglia dell’Arsenal, criticatissimo fuori dal rettangolo di gioco, oggi analizzeremo il profilo di un uomo che ce l’aveva fatta, poi però ha deciso di dilapidare molti dei suoi guadagni in un modo troppo sciocco per una persona del suo livello. Nicklas doveva compensare l’adrenalina del campo per i lunghi periodi in cui era infortunato, e non era facile eguagliare le forti emozioni provate sul prato di Londra, con il tifo inglese.
A Londra era il “The Lord”, ma l’impressione è che quel talento vero non sia mai stato espresso a dovere. “Sono troppo ubriaco per sedermi a un tavolo – si legge nel suo libro, raccontando l’aneddoto (ndr) – parlando di una di quelle notti da dimenticare in fretta, che ti lasciano mal di testa e bocca impastata, adrenalina, occhi sbarrati e stordimento. Nei bagni barcollo e mi spruzzo un po’ d’acqua sul viso”. Erano le 3 del mattino dell’estate di 12 anni fa, Nicklas era ancora un 23enne. Doveva tornare presto a casa per essere in orario con gli impegni dell’Arsenal.
Ma la notte era lunga, era in giro a fare chiasso e non resistette alla tentazione di entrare nel suo Casinò preferito. “Ero ubriaco”, ma questo aspetto non lo fermò dal tentare la sorte. Giocò alla roulette: “Rosso, nero, rosso, nero. Quanto può essere difficile?”, si domandava tra sé e sé. “Dopo 90 minuti ho perso 400.000 sterline. E io quei soldi non li avevo se non li avessi recuperati in qualche modo sarei finito nei guai. Allora capii che era troppo rischioso anche per me”. Si era spinto troppo oltre, la voglia del gioco d’azzardo lo stava drasticamente rovinando. Quella stessa sera riuscì a recuperare abbastanza soldi da restare “solo” con un debito di 20mila sterline. Comprese anche lui che era troppo. “Quando ero infortunato – diceva – e non riuscivo a provare la stessa sensazione di quando ero in campo avevo bisogno del gioco. Ovviamente maggiore è il rischio, maggiore è l’adrenalina. Quindi scegli la posta in gioco alta”.