Che c’è di male a voler fare l’influencer? Facile, veloce e si guadagna tanto. Fatica? Zero. Sono tutti messaggi che la nostra società invia continuamente ai giovani che stanno tutto il giorno sui social e si fanno riempire la testa di false illusioni e speranze. Oggi non è facile assolutamente spopolare sul web e quando qualcuno prova a farlo, spesso si spinge oltre ogni limite pur di riuscire a scalare le classifiche delle tendenze del momento. I più fortunati durano molto, qualche anno, i meno fortunati possono avere picchi grandiosi in breve tempo, ma non sono destinati a durare senza un format vero con il quale l’influencer di turno possa reinventarsi.
Nonostante non sia un mondo semplice, i ragazzini ne sono attratti e preferiscono sudare per diventare virali che per “spaccarsi la schiena” con qualche lavoro tradizionale. Se in adolescenza può essere un atteggiamento accettabile, ben differente è la situazione quando si cresce per passare all’età adulta. “Meglio agire dalla radice” ha pensato il papà di Estrella che, dopo la prima strana avvisaglia, le ha subito messo in chiaro una cosa: “Nella vita devi sudare, ci vuole sacrificio”. Così, quando lei gli ha detto espressamente di voler diventare “una famosa influencer”, lui non ci ha pensato due volte: ha preso per mano la piccola e l’ha portata in cantiere.
Il dialogo padre-figlia
Il genitore è un muratore e ha deciso di mostrare il duro lavoro alla piccola, intenta a mollare gli studi.
“Cosa ne pensi della scuola, Estrella?”, chiede il genitore. “È inutile, voglio lasciarla e fare l’influencer”, replica la piccola. Allora lui: “Il tuo zaino è pesante?”, “No”. Infine, sempre il padre: “Alza quel sacco di cemento allora, è pesante? Sai perché non riesci ad alzarlo? Perché sei delicata e sei cresciuta in mezzo alle comodità, ma il mondo reale non è così, è duro, e lì ti devi guadagnare i soldi col sudore. Studiare è importante, tesoro. Noi ti diamo l’opportunità di farlo, non gettare via tutto”.