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La dura vita degli influencer: “Soffro di ansia da prestazione, spesso mi sento inutile. Le amicizie sono false”. Lo sfogo di Natalia Paragoni

In queste ore si trova anche lei alla Mostra del Cinema di Venezia, la 25enne Natalia Paragoni, seguitissima influencer, modella ed ex corteggiatrice di Uomini e Donne, ancora fidanzata col tronista che l’aveva scelta quattro anni fa, Andrea Zelletta, sebbene si fosse parlato di un presunto tradimento durante l’esperienza di lui al Grande Fratello Vip. Voci, smentite dal loro stesso amore, ben solido ancora dal 2019. Attraverso un video sfogo della durata maggiore di cinque minuti, l’influencer da oltre un milione di follower su Instagram, non molto tempo fa, ha parlato della difficile vita da influencer. “Da quando faccio questo lavoro, ossia tre anni – quattro (ndr) – ogni estate mi chiudo in me stessa e mi sento un po’ inutile. Penso sempre di poter dare di più e non mi accontento. Ho l’ansia da prestazione, dover essere sempre perfetta”.

L’apparenza, sempre il solito problema: un’arma a doppio taglio. Sarebbe facile ora pronunciare frasi retoriche come quella sul fatto che non conti, o, per essere più letterali, “non è mai come sembra”, ma non è il caso. Perché ogni giorno, ogni influencer, deve mettere in piedi un “teatrino” sempre costante, coerente con l’immagine e con l’aspetto del personaggio interpretato sul network. Alla lunga, lo stress prevale sui guadagni. Questo è il senso del discorso dell’ex tronista di Canale5, che non ha riscosso comunque un grande successo sui social: “Ci sta far vedere qualche debolezza però, perché non sono perfetta e me ne sto rendendo conto”. Nonostante l’ex tronista abbia aperto il cuore, i suoi follower ritengono che questo “sforzo” non sia minimamente paragonabile al sacrificio di “chi si alza la mattina presto e lavora tutto il giorno per portare un briciolo di pane a casa”.

Insomma, capricci. Alla fine lo sfogo si trasforma in frustrazione e Natalia non trattiene le lacrime. “In questo lavoro c’è una competizione molto più amplificata rispetto agli altri. È la prima volta che piango qui, odio essere un peso per gli altri, vorrei far sempre felici le persone e questo non lo sopporto”. La competizione implica la costanza nella ricerca dell’impeccabilità, sia nell’aspetto fisico che nei contenuti. Una “guerra silenziosa” aizzata dagli stessi influencer, sempre alla ricerca del “colpo migliore”, del “colpo virale”. Anche riuscire in questa “guerra”, primeggiare, guadagnare, non è sinonimo di felicità. I rapporti tra le persone cambiano: “Prima quando prendevo le ferie era una cosa bellissima per me, riuscivo a staccare completamente, a godermi i momenti. Ora invece non ci riesco, non riesco più ad assaporare i momenti e le persone, a sentirmi apprezzata per quella che sono e non per quello che mi circonda”. Quindi la difficoltà di trovare amicizie serie e disinteressate alla sua immagine e ai suoi guadagni: “Provo a circondarmi di persone che vogliono stare con me a prescindere e non per il personaggio che sono”. Questa è la dura vita degli influencer.

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