In un recente studio sono stati mostrati quali potrebbero essere gli effetti dello smart working sui lavoratori da casa tra 70 anni, ovvero nel 2100
Un’azienda specializzata in mobili per l’ufficio, la Furniture At Work, si è chiesta come sarà tra 70 anni, nel 2100, il lavoratore da casa. E il risultato non è per niente confortante. A seguito dell’epidemia di Covid 19 il telelavoro è divenuto quasi di norma. Ed è stato preso in considerazione da molte aziende mondiali per una maggiore flessibilità lavorativa.
D’altre parte il corpo del lavoratore è sottoposto a persistenti posizioni scorrette che col passar del tempo causano dolori e mal di schiena. Secondo una precedente analisi condotta dall’Università di Leeds, la maggior parte dei lavoratori da casa non ha a disposizione oggettistica adatta per lo smart working. Come sedie da ufficio ergonomiche e scrivanie abbastanza grandi per permettere una posizione comoda. E il telelavoratore medio è costretto a sedersi su poltrone, sedie improvvisate o utilizzare, ad esempio, il tavolo della cucina.
Il modello di Anna
La Furniture At Work, dunque, ha mostrato un modello grottesco e inquietante di come diventerà un telelavoratore tra 70 anni. La modella utilizzata, soprannominata Anna, ha la gobba, gli occhi scuri e gonfi e le mani simili ad artigli a causa del lavoro da casa. Ed è obesa per la mole di lavoro sedentario.
“Anna mostra molti effetti fisici a causa dell’uso della tecnologia, dell’esposizione allo schermo e di una postura scorretta, oltre a evidenziare potenziali problemi di salute mentale“, ha affermato un rappresentante di Furniture at Work. Il team ha, inoltre, elaborato il modello di Anna proprio in relazione allo studio dell’Università di Leeds.
Secondo le immagini, lavorare da casa ha messo a dura prova il corpo di Anna, che ha la schiena curva e la postura scomposta mentre passa gran parte delle sue giornate a fissare lo schermo del computer. Le lunghe ore passate con la mano attaccata al mouse hanno fatto arricciare le sue dita. È anche vittima di un aumento di peso, di un sistema immunitario debole a causa di un ricambio d’aria insufficiente, dell’ansia e della depressione.
Sull’argomento si è espresso, inoltre, Brian Clark, fondatore di United Medical Education: “I lavoratori a distanza dovrebbero fare pause regolari per allungare e muovere il proprio corpo per evitare dolori alla schiena e al collo”.
