La beffa di un meccanico di 32 anni che ha deciso di fare la follia di investire tutti i suoi risparmi sulla Lamborghini sequestrata dopo aver corso a 230 km/h
Felicissimo per il nuovo acquisto appena effettuato presso un concessionario tedesco, deciso a far rientro in casa a bordo della Lamborghini Huracan Spyder sfrecciando a 230 km/h, correndo a velocità ben oltre i limiti consentiti, non fa in tempo a godersela che la perde in men che non si dica. Una beffa incredibile quella capitata ad un meccanico norvegese che aveva investito sul mezzo tutti i propri risparmi al fine di regalarsi questo gioiellino tanto ambito. Il protagonista della sventura si chiama Shaka Ameen e la sua storia è diventata famosa in tutto il mondo. Il suo intento era quello di fare rientro in patria direttamente a bordo del nuovo acquisto, pagato quasi 500mila euro.
Dalla Germania, il 32enne si è barcamenato per le strade della Danimarca dove è avvenuta la sua malefatta. Entusiasta di guidare l’auto che ha sognato per una vita, Shaka ha premuto il piede sull’acceleratore, sfruttando la libertà dell’autostrada Hirtshals. Una libertà non incontrollata, ovviamente, perché ad attenderlo “al varco” c’era un’auto della polizia danese a pattugliare la strada e non ha potuto non notare il bolide mentre procedeva spedito a 228 km/h. L’uomo è stato fermato e gli agenti della polizia danese gli hanno sequestrato il veicolo che ora finirà all’asta giudiziaria, come previsto dalla nuova legge nel Paese.
“Mandatemi in galera ma non toglietemi l’auto: ho lavorato una vita per averla”

Secondo la legge della Danimarca infatti, entrata in vigore a marzo dello scorso anno, l’accusa degli agenti non si limita alla “sola” contestazione di eccesso di velocità, ma anche di guida spericolata. Proprio per questo, oltre al ritiro della patente, è previsto il sequestro del veicolo, l’impossibilità di rimettere piede in Danimarca per almeno sei anni e ben venti giorni di carcere. La legge è legge direbbe qualcuno. Lui, Shaka, è il primo ad ammettere le proprie colpe, tranne quando si parla di velocità: secondo lui, l’auto su cui viaggiava non avrebbe mai sfrecciato così tanto, “al massimo ero a 150 chilometri all’ora”. A sua difesa, ha mostrato un video in cui appare un’auto dietro che lo seguiva, come a dimostrare che difficilmente questo sarebbe potuto accadere a certe velocità.
Tuttavia, il tribunale non sono non ha voluto sentire ragioni, data anche la “freschezza” della nuova legge introdotta, ma ha confermato tutte le pene comminategli, contro le quali il 32enne non si schiera affatto tranne che per una in particolare. “Non confiscatemi il mezzo, ho lavorato una vita per quell’auto”. Nonostante la denuncia e la notizia di dominio pubblico, il tribunale danese si dimostra intransigente e il destino dell’auto è già segnato.