Non facciamo in tempo a stupirci di qualcosa che già ci ritroviamo dinanzi a una notizia ancora più sconvolgente. Ormai è chiaro: non è solo questione di gusto e passione, il giro d’affari attorno al vino sta incrementando notevolmente col tempo. Per alcuni è “solo” un puro investimento finanziario. La bottiglia di vino protagonista di oggi è la SEI LITRI ROMANÉE-CONTI 1985.
Qui entriamo poi in un campo particolare perché la bottiglia di cui vi parliamo oggi è una di quelle che rientra in quell’1% dei fiumi di vino generati nel mondo. Circostanza che rende esclusivi i “fine wine“, così vengono riconosciuti, ovvero i vini di lusso. Nell’ultimo decennio, pensate, il settore del “fine wine” ha accresciuto il proprio “mercato” con un valore pari a un incremento di quasi il 150%.
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Entrare nel mercato del fine wine non è semplice, c’è solo un asse franco-italiano dal quale proviene il prodotto. La categoria è costituita infatti da bottiglie provenienti prevalentemente da due aree francesi: Bordeaux e Borgogna. In lontananza solo timidi spiragli di partecipazione concessi ai produttori italiani. Niente più. Nonostante ciò però sono Inghilterra e Stati Uniti che danno vita a società di investimento e commercio di vini da collezione. Talvolta con crescite dei prodotti inverosimili.
Non siamo nuovi a spese stratosferiche attorno all’amato fermentato. Ma stavolta è da strabuzzare gli occhi: è stata venduta una bottiglia dal valore di 900 mila euro. L’acquirente dovrebbe essere un miliardario russo secondo Dagospia. L’evento si è tenuto a Lugano qualche mese fa.
La bottiglia di vino era una delle sei del formato Mathusalem appartenente alla casa di Bologna dalla collezione di Giorgio Pinchiorri: SEI LITRI ROMANÉE-CONTI 1985.
Il mercato è in ascesa e non accenna a frenare. Chi lo fa girare? I collezionisti ovviamente. Ci si chiede perché appassioni così tanto e soprattutto come mai spinga a spese talmente folli. Secondi gli esperti un vino d’annata e ben conservato avrà sempre degli acquirenti. Questo è il marketing del rosso da tavola. Alla faccia del cincin!