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E’ uscito il romanzo di Elisabetta Aldrovandi, in prima linea per le donne vittime di violenza

E' disponibile il romanzo di Elisabetta Aldrovandi, in prima linea per le donne vittime di violenza

E' fuori il romanzo di Elisabetta Aldrovandi, in prima linea per le donne vittime di violenza

E’ uscito il romanzo di Elisabetta Aldrovandi intitolato “Castigata”.

Avvocato e docente di criminologia, Elisabetta Aldrovandi. E’ uscito il suo romanzo e ha fatto della sua passione per il diritto una professione e soprattutto una missione, in prima linea per le donne vittime di violenza:

«L’amore per il diritto è più che altro un amore per la giustizia. Fin da bambina ho sempre pensato ad aiutare i più deboli e da questo senso di giustizia sono stata mossa anche quando dovevo decidere cosa avrei fatto da grande. Così, ho scelto di studiare Giurisprudenza e ho iniziato a lavorare come avvocato».

Oggi, al di là della professione forense che svolge da oltre un ventennio, Elisabetta Aldrovandi è
Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime oltre che Garante per la Tutela delle
Vittime di reato e opinionista televisiva tra le più stimate del settore:

«Ho sempre voluto aiutare gli altri, essere utile».

Come nasce il suo impegno per le vittime di reato?
«L’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime formalmente è un’associazione, ma di fatto è una grande famiglia: nasce per far sì che vengano cambiate le leggi che ancora oggi non tutelano adeguatamente coloro che subiscono dei reati gravi. Grazie alla presidenza dell’associazione ho l’onore e l’onere di essere invitata spesso in Commissione Giustizia, alla Camera o al Senato, per dare indicazioni e pareri sui disegni di legge che riguardano le vittime. Penso per esempio al Codice Rosso o alla riforma del rito abbreviato che vieta sconti di pena per i reati puniti con l’ergastolo. Soprattutto grazie alle campagne di sensibilizzazione si stanno facendo dei piccoli passi avanti in questo senso».

Anche di recente il tema della violenza domestica è tornato prepotentemente al centro
della cronaca.

«La violenza consumata tra le mura domestiche non è solo violenza fisica, ma anche psicologica,
economica, emotiva. Sono tantissime le sfaccettature di questo abuso ed è per questo che non
smetterò mai di ricordare che è importante riconoscere i segnali e denunciare. Denunciare prima
che sia troppo tardi. Non solo per evitare che la violenza porti alla morte, ma anche per impedire,
per esempio, che i figli minori vivano in un ambiente domestico che li possa segnare dal punto di
vista emotivamente e psicologicamente. Voglio anche ricordare che in tutta Italia esistono numerose
associazioni in grado di aiutare chi è in difficoltà».

Alle donne è sempre vicina, anche quando non lavora. Il suo primo romanzo, infatti, è
una dedica all’universo femminile. Perché ha scelto di dedicarsi alla narrativa?

«Ho sempre amato scrivere, poesie e piccoli racconti, fin da quando andavo alle scuole elementari.
Devo dire che il 2020, anno nefasto per tanti versi, per me è stato ispiratore di un romanzo che
probabilmente coltivavo dentro di me da tantissimo tempo. È stato pubblicato, con grande
emozione da parte mia».

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Castigata, questo il titolo del libro, è presentato come una storia psicologica formativa.
Ovvero?

«Il titolo l’ho scelto ancora prima di scriverlo per il suo duplice significato: “castigata” significa sia
punita, sia pudica. La protagonista della storia, Ludovica, è una donna di circa quaranta anni che fa
un viaggio dentro se stessa: non è solo un libro “al femminile”. Anche se la voce narrante è quella
di una donna, è rivolto a tutte quelle persone che, donne o uomini, che hanno la necessità di
capire qual è la strada della propria vita».

Qual è dunque il messaggio che ha voluto comunicare con questo lavoro?

«Che per trovare la propria strada serve innanzitutto trovare se stessi, conoscersi, comprendersi.
L’accettazione di sé è fondamentale, così come è determinante evitare di essere ciò che vogliono
gli altri, ma imporre, questo lo scriverei tra virgolette, la propria personalità. Sempre con il sorriso
sulle labbra».

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