Le origini di Excalibur, la spada estratta da una roccia o donata dalla Dama del Lago attanagliano ancora migliaia di ammiratori del ciclo di Re Artù.

La domanda che attanaglia migliaia di appassionati è sempre la stessa: “Re Artù estrasse la spada Excalibur da una roccia o gli venne consegnata dalla fata del Lago?” Ad aprire nuovamente il discorso sono stati gli scatti di una bambina inglese di 7 anni, Matilda Jones, che ha ritrovato un’antica spada arrugginita nelle acque del lago Dozmary Moor, in Cornovaglia. Il fatto risale al 2017 ed è stato riportato dalla maggior parte delle testate giornalistiche inglesi. Alcuni utenti hanno prontamente definito l’avvenimento una prova eclatante dell’esistenza della mitica Excalibur. E che la spada non sia stata estratta da Re Artù da una roccia ma donatagli dalla Dama del Lago.

Chi era Re Artù?

Nonostante le smentite del mondo storico-scientifico, delle autorità e perfino del padre della bimba, l’argomento continua ad attanagliare migliaia e migliaia di puristi del mito arturiano.

Mettiamo prima di tutto in chiaro una cosa. Re Artù, per chi ancora non lo sapesse, è un personaggio di dubbia veridicità storica, dunque non esistono con certezza prove della sua esistenza. Chiamato anche Artù Pendragon, secondo le storie e i romanzi medievali, era un condottiero che nel V secolo difese i territori britannici dalla minaccia anglosassone.

Nell’iconografia contemporanea lo stesso Artù e i personaggi del ciclo arturiano sono surclassati da un mero oggetto: una spada. Excalibur, appunto. Non c’è bambino che giocando al prode eroe non abbia sguainato la sua Excalibur immaginaria, fendendo l’aria e sconfiggendo i nemici.

Le versioni su Excalibur. E su Artù.

La storia di questa spada è segnata, tuttavia, da una vera e propria dicotomia.

Goffredo di Monmouth, storico e scrittore inglese, considerato il padre della storiografia britannica (seppur abbia romanzato gran parte della sua opera), fu il primo a citarla. Secondo la sua Historia Regum Britanniae la spada in questione non ha proprietà magiche e nessuna caratteristica davvero mitica. Si limita a considerarla “un’ottima spada forgiata presso l’isola di Avallon.” Per le prime descrizioni, dunque, è la spada di Artù ed è lui che attraverso di essa sconfigge i nemici, fino addirittura a 460.

Inoltre, viene narrato che fu Mago Merlino a conficcarla nella roccia. Egli predisse che solamente l’uomo che l’avrebbe estratta o impugnata sarebbe diventato di diritto re di tutta l’Inghilterra. Il primo a descrivere Artù che estrae la spada dalla roccia è il poeta francese Robert de Boron, solamente all’inizio del XIII secolo. Inoltre nelle prime versioni la spada si spezza e nelle successive addirittura si pietrifica.

La Dama del Lago e la spada magica

Per quanto riguarda l’altra versione della storia, però bisogna aspettare la fine del 1400, quando viene diffusa per la prima volta “La morte di Artù”. Quest’ultima fu l’opera postuma di sir Thomas Malory che non descrive affatto Excalibur conficcata in una roccia, bensì in fondo a un lago. La vera Excalibur, secondo l’opera, viene consegnata ad Artù dalla Dama del Lago.

La differenza sostanziale con la rappresentazione antecedente è che la spada in questo caso ha proprietà magiche. Riesce a donare invincibilità in battaglia e persino a curare i feriti. E le caratteristiche di Excalibur sono così straordinarie che nel momento in cui Re Artù si allontana da essa perde ogni sua potenzialità. Non è un caso che quando la Fata Morgana ruba il fodero di Excalibur, il re finisca per essere ucciso nella battaglia di Camlann per mano della sua nemesi Mordred.

La fata Morgana e la finta Excalibur

Nella versione di Malory Morgana sostituisce Excalibur con una replica. L’originale viene impugnata da Sir Accolon che, in duello con Artù, gli spezza in due la finta Excalibur. A questo punto è la stessa Dama del Lago a salvare Artù riconsegnando la vera spada al legittimo proprietario. Si legge in “La morte di Artù”:

Quando la Dama del Lago vide Artù, quanto era pieno di prodezza il suo corpo e il falso tradimento che era stato commesso per averlo fatto uccidere, ebbe una grande pietà che un così bravo cavaliere dovesse essere distrutto in quel modo. E successivamente Sir Accolon diede un colpo tale che per l’incantesimo della Dama la spada Excalibur cadde dalla mano di Accolon a terra.”

Poco prima della sua morte, Artù affida a sir Bedivere il compito di gettare la spada nel lago in cui gli è stata donata dalla Dama. E secondo la leggenda, dopo un primo ripensamento, il cavaliere del re consegna Excalibur a una mano che fuoriesce dal lago e che la porta con sé nelle profondità scomparendo dalla sua vista.

Quale delle due versioni? In una roccia o in un lago?

Dunque, non è realisticamente fattibile stabilire in quale delle due leggende si possa parlare della “vera” Excalibur. In quanto leggende sta all’immaginario del pubblico scegliere quale delle due considerare “vera”. Magari, considerando nel ciclo arturiano la compresenza di due spade, la prima estratta da una roccia e la seconda fuoriuscita da un lago. Entrambe portanti il nome di Excalibur. O, se vogliamo, perfino Exchinsibur, come confusamente chiamata dal compianto Paolo Villaggio in Superfantozzi. Ad appannaggio, insomma, dello spettatore o dell’appassionato in generale.

Una cosa è certa, se dovessimo prendere per reali queste storie, allora dovremmo iniziare a considerare la piccola Matilda Jones, di diritto, regina di tutta l’Inghilterra.

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