Ieri la notizia della scomparsa della cantante ha gettato un velo di tristezza tra i suoi milioni di fan sparsi in tutto il mondo: la vita difficile della compianta Tina Turner

Cinquanta anni di carriera non si dimenticano così: non basterà la morte per cancellare quanto di buono ci ha dato la sempre bella Tina Turner, scomparsa ieri a 83 anni dopo una vita tormentata. Ne ha passate di sofferenze l’artista, “la leonessa del pop”. Entrata nel mondo del canto a soli dieci anni grazie alla partecipazione al coro della chiesta di Brownsville, si fece conoscere negli anni Sessanta, quando debuttò al microfono con il marito Ike Turner. L’uomo che la segnò in gioventù: dopo essersi innamorata a soli 17 anni, rimase con lui fino al 1976, sopportando a lungo le dipendenze dell’uomo, in particolare quella dalla cocaina. Abusi: fisici e verbali. Quando si separarono, chiese al marito solo una cosa: “Lasciami il tuo cognome”. Lo stesso con il quale il mondo aveva iniziato a conoscerla dopo aver cantato Proud Mary, River Deep, Mountain High e Nutbush City Limits.

“Il mio naso era un punching ball per Ike: mentre cantavo, il sangue scendeva in gola”

La povera artista aveva confessato poi di essere stata un “punching ball” per l’ex marito, in particolare lo era “il naso”. Addirittura, riusciva a sentire “il sapore del sangue” che le “scivolava nella gola” mentre cantava. Gli anni Settanta terminarono benino, ma niente a che vedere con ciò che le diedero gli anni Ottanta, decennio nel quale rinacque. Il resto è storia. Nella vita privata le cose non sono migliorate: Tina Turner fu colpita da ictus e tre anni dopo lottò contro un cancro all’intestino. L’artista pianse la morte di due figli: Craig Raymond, nato dalle relazione con Raymond Hill, che si suicidò solo cinque anni fa a 59 anni e Ronnie, avuto da Ike, morto di cancro a 62 anni.

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