Al Bano ha sei figli: Ylenia, scomparsa tragicamente nel 1994, Yari, Romina, Yasmine, Albano Jr. e Cristèl. All’alba dei suoi 80 anni da compiere, il cantante ha ripercorso l’infanzia, paragonandola all’educazione impartita ai suoi ragazzi
Arriva quel 20 maggio, eccome se arriva, ma lui è un eterno giovane: Al Bano e il rapporto con i suoi sei figli e quasi 80 anni sul groppone, ma guai a chiamarlo “vecchio”, perché l’energia, che ha sempre sprigionato attraverso le sue inconfondibili corde vocali, potrebbe risucchiarvi in un vortice che non avrete voglia di affrontare. E pazienza se non sono le stesse corde vocali di un tempo, soggette anche a problemi affrontati dall’artista come rivelato qualche anno fa. Sa ancora imporsi.
Nell’intervista rilasciata a “Chi”, il settimanale, l’artista ha ripercorsoil vissuto con suo padre, l’infanzia e l’educazione ricevuta. “Nella casa dove sono nato – spiega – mio padre aveva appeso una scritta”. Che recitava testualmente: “La vita è una dura lotta”. Un mantra quotidiano che ripeteva anche involontariamente: bastava destarsi dal sonno e aprire gli occhi, se la ritrovava davanti ogni giorno.
Un modo duro? Niente affatto: “Ogni giorno quando mi svegliavo era la prima cosa che vedevo. Ma non era un messaggio negativo, anzi! Conteneva la realtà e l’orgoglio di sapersi lottatore, di non cedere”. Ed è con queste parole che introduce il papà, del quale ne ha emulato i comportamenti e soprattutto gli ideali. Li ha fatti propri e ha impartito la stessa lezione ai suoi sei figli. Niente carezze ricevute? Niente carezze date. “Non mi ha mai dato carezze. Fedele alla scritta che aveva appeso, voleva che mi temprassi”. E lui ha temprato i suoi ragazzi. “Ho fatto lo stesso con i miei figli. A volte si sono lamentati per questa mia mancanza, ma la mia scuola è stata così e non posso farci niente”.
Una scuola che comunque ha approvato, altrimenti avrebbe agito diversamente: “Arriva un momento in cui devi essere pronto e se ti sei allenato, se ti sei indurito abbastanza, puoi reagire, altrimenti è finita”. Si parla per metafore e allegorie, ma non si fa fatica ad intuire dove il cantante voglia andare a parare. “Per me è stato sempre così. Non mi sono mai arreso di fronte a nulla. Mai!”, tuonando con il suo squillante tono di voce. “Affrontando anche ostacoli – osserva – da far piegare le gambe”. Elenca quali siano stati questi “ostacoli”: “La fine di un matrimonio, la perdita di una figlia, l’infarto, il cancro, l’ischemia, i problemi alle corde vocali”.
“Papà perse la vista e cambiò”
Nel 1989 il signor Carmelo “si sbriciolò”. Perché pianse “per la prima volta a causa di un’operazione sbagliata”. In quel momento, ricorda, “si sentiva un uomo inutile”. Consolato solo dalle storie di Stevie Wonder, Ray Charles e Josè Feliciani, uomini che ce l’hanno fatta comunque nonostante condividessero con “don Carmelo” lo stesso disagio. Gliene parlava lui stesso, per incoraggiarlo: “Non poteva vedere i suoi nipoti crescere, non poteva veder maturare l’uva sui tralci”. Era stata accolta come una tragedia questa cosa. Poi qualcosa cambiò: arrivò la svolta. Grazie a Radio Maria: “Da quel momento nacque un nuovo don Carmelo”.
“Mi disse che ascoltando Radio Maria stava vedendo un altro tipo di mondo, a occhi chiusi. Per me fu un miracolo”. Sempre fedele alla religione, Al Bano non si lasciava trasportare dagli eventi senza attribuirgli un senso. Associava alla disgrazia capitata al papà un messaggio subliminale tragico: “Pensai: sta per succedere qualcosa di grave e lui – probabilmente (ndr) – non deve vederlo”. Poco dopo, “ci fu la fine del matrimonio e la scomparsa di Ylenia”. La figlia di Al Bano sparì il capodanno del 1994, da allora, di lei, nessuna traccia.