Il 17enne, rivela il Corriere della Sera, aveva già portato lì altre escort. Senza picchiarle, o senza che loro lo abbiano denunciato

Maria Campai, prima di lei altre donne in quel garage. La morte di Maria Campai, escort di 42 anni, ha sconvolto la comunità di Viadana, Mantova, dove è stata brutalmente uccisa il 19 settembre da un giovane di 17 anni. La donna è stata convocata dal ragazzo per un incontro sessuale a pagamento, dopo essersi conosciuti su un sito di incontri. La serata, come ormai noto è terminata in tragedia. Campai è stata strangolata con una mossa di wrestling e colpita violentemente, perdendo la vita nel giardino di una villa abbandonata vicina a un garage, luogo dell’aggressione. Ma non sarebbe stata la prima donna a finire in quel garage. Quel giovane, rivela il Corriere della Sera, aveva già portato lì altre escort. Senza picchiarle, o senza che loro lo abbiano denunciato.

Il motivo dell’omicidio sarebbe stato una lite legata al pagamento della prestazione: Campai avrebbe richiesto 350 euro anziché i 200 inizialmente pattuiti. «Non ho mai avuto la ragazza, al massimo alcuni amori non ricambiati. Non era la prima volta che pagavo. Lei (Campai, ndr.) l’ho scelta in base al profilo, non aveva la foto. Quando l’ho vista appariva diversa dalla descrizione. Eravamo d’accordo per 200 euro. (…) Avevo 350 euro, lei li voleva tutti».

Maria Campai, prima di lei altre donne in quel garage

Durante l’interrogatorio, il 17enne ha spiegato di avere difficoltà a relazionarsi con le persone e di aver cercato di risolvere il problema del soffocamento facendo ricerche su internet. I carabinieri «mi hanno chiesto se avessi mai contattato una prostituta via chat. Io ho risposto di sì. Mi hanno chiesto di controllare il mio telefono e io li ho autorizzati. Nel momento in cui gli ho dato il consenso, avevo deciso di raccontate quello che era successo. Avevo fatto delle ricerche per vedere se c’erano dei farmaci che potessero causare il soffocamento. (…) Non riesco a relazionarmi con le altre persone e stavo male. Non ho mai pensato di andare dallo psicologo».

Nel frattempo, lunedì 8 ottobre, si sono tenuti i funerali di Maria Campai in Romania, a Turda, dove le sue sorelle, Roxana e Loredana, hanno lanciato un accorato appello per ottenere giustizia. Le due donne chiedono che il responsabile paghi con una condanna esemplare, poiché desiderano che chi ha tolto la vita alla loro sorella passi il resto della sua vita in prigione.

Nonostante la confessione del giovane, il telefono della vittima non è ancora stato trovato. Il ragazzo afferma di averlo gettato in un cassonetto. Un elemento che resta un punto cruciale nell’inchiesta.

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