Nei giorni scorsi, per la prima volta da quando è indagata per infanticidio, Chiara Petrolini è apparsa davanti alle telecamere, seppur con il volto coperto da fogli di carta. La 21enne, infatti, è dovuta comparire davanti alla Procura di Parma, dove, però, non ha risposto alle domande del gip. Nonostante il volto coperto, a catturare l’attenzione di media, psicologi e criminologi sono state le unghie rosse e le mani curate di Petrolini. A tal riguardo, in un’intervista a “Leggo”, si è espressa la criminologa Anna Vagli.

Chiara Petrolini e le unghie rosse: le parole della criminologa

Quelle unghie rosse e curatissime sulle mani di Chiara Petrolini, quelle stesse mani che poco più di due mesi fa hanno sepolto il figlio della 21enne, sarebbero il sintomo di una “personalità dissociata”. Vagli, poi, aggiunge: “Quando una persona viene accusata di un crimine così grave come l’uccisione e l’occultamento dei neonati in giardino e si presenta con un aspetto così curato. Con quelle unghie che sembrano appena fatte, è evidente che c’è un forte contrasto tra la gravità dell’azione e la cura estetica”.

Quelle unghie appartengono alle mani che avrebbero commesso quel crimine, con cui ha scavato la buca per metterci dentro i neonati; quindi, le mani hanno avuto un ruolo centrale in questa attività. C’è una frattura tra il silenzio verbale e la comunicazione non verbale rappresentata da quella cura eccessiva nelle mani con quello smalto rosso. Lei paradossalmente è come se volesse attirare l’attenzione su un elemento che di solito verrebbe nascosto in una situazione di colpa”.

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“Disconnessione emotiva”

Il colore rosse delle unghie di Petrolini ha un significato simbolico molto forte”. Conclude, infine, la criminologa: “In psicologia del colore, il rosso evoca emozioni intense. In un contesto del genere è un colore dissonante e trasmette disconnessione emotiva. È come se la ragazza non riconoscesse la gravità delle sue azioni o non si riuscisse a collocare nel ruolo della colpevole e pentita”.

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